“Misure fisiche non distruttive per lo studio di ambienti museali e per la caratterizzazione di reperti archeologici”, questo il titolo della presentazione a cura della professoressa Maria Brai, fino al dicembre scorso direttrice del Dipartimento Fisica e Chimica dell’Università di Palermo, che ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione della mostra “Pantelleria Preziosa”, visitabile al castello fino al 30 settembre prossimo. Pur parlando di fisica applicata, Maria Brai, ha saputo però catturare il pubblico raccontando delle indagine eseguite sia sull’edificio del castello che sui contenuti del museo, grazie al lavoro di tre giovani del Dipartimento che si sono recati sull’isola a lavorare con con i due architetti che hanno poi allestito la mostra. In premessa ha sottolineato la situazione disastrosa nella quale ha trovato il castello agli inizi di luglio: invaso dai colombi che hanno lasciato strati di guano in ogni dove. Ha quindi ringraziato l’Assessore alla Cultura, Angela Siragusa, per il miracolo compiuto in così poco tempo.
“Il Dipartimento a cui appartengo è quello di Fisica e Chimica – ha specificato la Brai – esiste un sistema di Laboratori che è una rete dell’Ateneo che si chiama UniNetLab ed ha alcuni settori importanti riservati ai Beni Culturali. Grazie quindi al Laboratorio di Fisica e Tecnologie Relative, sulla struttura del castello medioevale sono state fatte indagini microclimatiche, analizzate le temperature, l’umidità e la radioattività nelle diverse sale, per arrivare a dare un’eventuale idoneità a diventare museo, mettendo in sicurezza sia i contenuti che gli operatori che ci dovranno lavorare.” Per parecchi giorni sono state lasciate le sonde a registrare quando doveva essere analizzato e per vedere se le oscillazioni rientrassero nelle norme previste dalla legge per gli ambienti museali. I risultati sono stati incoraggianti, naturalmente bisognerà pensare anche alle norme per consentire l’accesso ai disabili. Ha poi illustrato alcune analisi, eseguite sui preziosi reperti oggi in mostra, utili a classificare i diversi materiali ed eventualmente a supportare alcune teorie storico/archeologiche.
“Pantelleria è preziosa per l’uomo che l’ha abitata, per quello che è riuscito a fare – ha continuato la Brai -. Non è un’isola naturale, è l’isola dell’uomo, trasformata e plasmata nei secoli, ogni dammuso è un monumento. Pantelleria è un laboratorio dal punto di vista della geologia, dell’agricoltura e di tutto ciò che l’uomo ha saputo fare con le proprie mani e con la propria fatica, l’archeologia è solo un valore aggiunto. Tempo fa Avevamo avanzato una richiesta affinché tutta Pantelleria potesse essere considerata un bene culturale in modo da ottenere finanziamenti a fondo perduto per il mantenimento del paesaggio. Il messaggio legato al valore della storia pantesca va portato ai giovani di Pantelleria che devono formarsi ed imparare a conoscere il loro territorio. Ho condiviso con il sindaco l’ipotesi di portare a Pantelleria una Scuola di archeologia, le risorse e le forze si trovano. Sono responsabile scientifico del Distretto Beni Culturali della Sicilia di cui l’Università di Palermo è capofila, mi impegno a trovare all’interno del Distretto risorse per i casi studio sul Museo di Pantelleria. Ci sono fondi e si possono chiedere anche all’Europa”. Un impegno siglato da un lungo applauso del numeroso pubblico presente. Le slides presentate dalla dottoressa Brai con i risultati delle analisi effettuate possono essere richieste al Comune di Pantelleria al seguente indirizzo: contatti@comunepantelleria.it
Giovanna Cornado Ferlucci
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