”BISOGNA CAMBIARE RADICALMENTE MENTALITA”’

Download PDF
Egregio Direttore, ho letto con interesse la lettera della signora Stefania Congiatu che "si augura che qualcuno possa essere multato con un’ammenda enorme….", la lettera di Apnea Pantelleria Onlus che "si augura che la nuova amministrazione riesca a percepire….", la lettera del senatore D’Ali che "si augura che il governo italiano dovrebbe premurarsi di rispettare le convenzioni sottoscritte…"
Se la plastica è presente nel mare di Pantelleria e se un’intera isola di plastica grande come l’India galleggia nell’oceano Pacifico, ciò sta a dimostrare che ogni essere umano sulla faccia della terra è legato al suo simile e che ogni nostra azione crea una conseguenza. Sembrerebbe facile proporre il divieto di produrre qualsiasi oggetto di plastica che non sia biodegradabile. Ma questa è "la soluzione", che è un po’ come le soluzioni che si augurano gli autori delle tre lettere? O è invece "una soluzione", visto che resterebbe irrisolto il problema sollevato dalla signora Congiatu quando scrive "non comprendo le ragioni che possono spingere una persona a gettare dei rifiuti in mare"? E’ chiaro che con le sole leggi attuali e/o future, per quanto più che apprezzabili, non si risolverebbe il problema di fondo.
Viviamo in una società che ci ha narcotizzati, che ci propone come unico modello i calciatori, le veline, i reality e che conta sul fatto che dobbiamo pensare solo al dio denaro, al nostro interesse e tornaconto immediato. Siamo diventati un popolo che ha smesso di farsi ogni illusione sul futuro e abbiamo uno stato dove la gestione prevale sulla progettazione. Siamo spaventati e vogliamo solo non pensare ai problemi, ma l’esperienza insegna che la paura alleva pulsioni autoritarie e illiberali. Ci stiamo abituando a tutto; siamo arrivati a questo attraverso un percorso di delegittimazione graduale delle istituzioni e di ogni limite di buon gusto. Se non ci svegliamo, rischiamo di fare la fine di Mitridate che non era più padrone del suo destino, della sua dignità, per aver ingerito a piccole dosi troppo veleno. Se la rana cade nell’acqua bollente salta via, se il calore viene innalzato impercettibilmente ci muore bollita.
Il problema grave é la sorte delle nostre coscienze: domani potremmo avere altri padroni, magari dei Putin, dei Chavez, democraticamente eletti, e manco ce ne accorgeremmo. E’ richiesto un cambio epocale di mentalità e di comportamento. Come scrive Jacopo Fo "dopo millenni dominati dalla vittoria del pensiero debole (mi piace la moglie del vicino, ammazzo il vicino e me la prendo) sta diventando sempre più utile utilizzare un modello strategico più evoluto………..Con metà dei soldi che si spendono per le armi si potrebbe dare una vita decente, cultura e sviluppo a tutti gli esseri umani e garantirsi la fine delle guerre". Quante donne, uomini, bambini di pelle nera o bianca, di nazionalità italiana o africana o sudamericana sono stati trasformati da esseri umani in numeri o percentuali senza volto, in ultimi? Ultimi siamo tutti noi che il progresso scientifico o economico ha dimenticato. Ultimi siamo tutti noi isolati e impauriti consumatori barricati nelle nostre case. Ultimi siamo tutti noi che paghiamo, senza sconti, la crisi e gli errori dei potenti e degli uomini in carriera. Ultimi siamo tutti noi che ci lasciamo manovrare e schiacciare dalle leggi dell’economia e del consumo. Razzismo e discriminazione sono le armi più efficaci per impedire di parlarci e di tornare a sperare in un futuro diverso da quello che ci viene proposto. Insieme si può ricominciare. Insieme.
Enrico Virtuani

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*