Giampaolo Rampini si occupa dal 2007 di sviluppo urbano informale, mediante lavori documentali nelle aree con maggiore concentrazione di slum. E’ Media Consultant presso WWF ITALIA Contract Professor presso SISSA. Responsable of Single Mothers Project and Invisible Cities Projectpresso ICS – Italian Consortium of Solidarty. Dal 2008 il suo lavoro è diventato un progetto di cooperazione decentrata chiamato Invisible Cities (promosso dal Consorzio Italiano di Solidarietà), che ha portato alla creazione di una scuola di videogiornalismo indipendente e che vedrà l’apertura di un centro di produzione video indipendente formato da giovani svantaggiati della periferia di Nairobi
Il gruppo, oltre a realizzare con l’autore un film-documentario sulle problematiche legate alle baraccopoli di Nairobi, ha lo scopo di dare voce a ai gruppi della società civile che lottano per i diritti di questi cittadini invisibili (NGO e CBO).
Incontro Giampaolo Rampini sulla terrazza del Policardo.Dopo esserci sentiti molte volte per telefono e mail negli ultimi mesi finalmente ci conosciamo di persona.
Ho visto il tuo lavoro” Kabiria “girato a Nairobi sulle ragazze madri costrette a prostituirsi per vivere. Veramente un bellissimo lavoro in agrodolce. Cosa pensi di fare qui a Pantelleria?
Mi definirei un documentarista con un approccio partecipativo. Non credo più che la semplice informazione dia oggi degli effetti.. ce n’è troppa! Quindi preferisco creare delle azioni attraverso il video coinvolgendo le persone che vengono riprese… decidiamo tutto assieme: voglio eliminare la distanza tra osservatore e osservato. In questo caso a Pantelleria sono stato incaricato da WWF per la campagna “il petrolio mi sta stretto” a sondare le opinioni degli abitanti dell’isola e di coloro che dal mare traggono economia per sapere cosa ne pensano nella creazione di un area tutelata che comprenda costa e mare.
Hai già un idea di come condurre questo documento visivo di inchiesta?
Vorrei incontrare più categorie possibile che vivono del mare. Mi riferisco ai pescatori, ai barcaioli, chi affitta imbarcazioni, chi come gli apneisti vive il mare per passione e comunque tutti coloro che hanno un idea di come tutelare questo fondamentale bene comune che è il mare. Attraverso le opinioni, cercheremo di creare un processo partecipato, dove chi vorrà, porterà la sua idea personale. L’idea è di formare un’idea di parco che parta dal basso, dalle necessità delle persone che con il mare ci vivono e che vogliono continuare a viverci. Ovviamente cercheremo di informare su come le aree marine protette oggi possano essere uno strumento di tutela del mare , ma anche di chi con il mare ci vive in maniera sostenibile.Grazie anche a questo lavoro, se ci sarà un accordo, IL WWF si impegnera’ a promuovere I’ll progetto voluto dai panteschi negli ambiti istituzionali regionali e nazionali.
Intendi quindi fare interviste?
Per me le interviste corrispondono ad una prima fase di indagine, la cosidetta ricerca sul campo che ti permette di conoscere il contesto in cui lavorerai. Le interviste vanno bene per l’informazione testuale, non quella visuale. Il mio lavoro è cercare di fondermi con le persone e trasmettere in maniera visiva il loro vissuto.
Qui devo vivere con loro i momenti del loro contatto con la natura, conoscere le loro riflessioni, scoprire a che impegno sono preparati per tramandare ai posteri il dono blu che ci è stato a nostra volta consegnato, rappresentare i contrasti tra “correnti di pensiero” e trovare delle soluzioni per risolverli, per arrivare alla fine a qualcosa di diverso da quello che ho trovato all’inizio.
Che risultati ti aspetti?
Il mio obbiettivo è cercare di condurre ad un percorso partecipato la realizzazione di un progetto, qualunque esso sia, di protezione ambientale, attraverso la costruzione e realizzazione del documentario. Insomma vorrei aggiungere al lavoro di documentazione anche uno strumento di aggregazione sociale.
Credi che sarà possibile avere un area marina a Pantelleria.
Sono qui da pochi giorni e perciò è presto per rispondere.Comunque questo non è il mio ruolo. Io sono qui solo per ascoltare e riportare sul video le sensazioni e le situazioni che si respirano sull isola e mettere assieme tutti quelli che vogliono fare qualcosa. Sono però certo che una bellezza naturale quale è Pantelleria, ricca di vita a mare e a terra, sia un valore economico potenzialmente enorme che l’indotto creato dalle trivellazioni sia incomparabilmente nullo rispetto a questo. Non possiamo permettere che l’interesse di pochi petrolieri e di uno stato dalle leggi inadeguate possa pregiudicare la vostra, ma direi già quasi nostra isola.
Alberto Zaccagni
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