DISSEQUESTRATI I 150 ETTARI DI BOSCO DI PROPRIETA’ DEI LIBICI A PANTELLERIA

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Sono stati dissequestrati i 150 ettari di proprietà dei libici a Pantelleria tra la collina di Bugeber, la lava di Gelfiser e Monastero. La Corte d’Appello di Roma ha accolto l’istanza di dissequestro delle quote detenute dal fondo libico Lafico in Italia. Il 13 novembre scorso il Procuratore generale aveva dato parere favorevole allo scongelamento delle partecipazioni detenute dal fondo. Si tratta di un grande appezzamento di boschi e lava vulcanica comprata dai libici negli anni settanta e sequestrati dalla Guardia di Finanza nel marzo di quest’anno. Le proprietà di Pantelleria sono inserite in questo fondo insieme alle quote dello 0,33% in Fiat Spa e allo 0,33% in Fiat Industrial, Lafico detiene lo 0,008% in Eni e l’1,5% nella Juventus. Fa capo a Lafico anche un immobile a Roma. Il parere favorevole del Procuratore generale aveva fatto seguito a un documento del ministero di Giustizia italiano che ha ricevuto dall’Ambasciata italiana a Tripoli la conferma che Lafico è controllata integralmente dal Governo libico e non fa in alcun modo capo alla famiglia Gheddafi. Lafico è rappresentata in Corte di appello dallo studio Carbonetti. Rimane sequestrato un albergo a Pantelleria che sorge a Punta tre Pietre e che è detenuto da una controllata di Lafico. Una volta ottenuto il dissequestro, come aveva preannunciato Fabrizio Carbonetti, sarebbe stato presentato ricorso anche per l’albergo. Le quote dei fondi libici Lafico e Lia detenute in Italia erano state messe sotto sigillo in occasione della dura repressione dei ribelli operata dal regime di Gheddafi. Recentemente sono state dissequestrate tutte le partecipazioni in mano alla Lia.

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