Non è arrivata la circolare promessa venerdì dall’azienda ASP di Trapani e così una donna che poteva tranquillamente partorire a Pantelleria è stata trasferita con l’elisoccorso a Trapani dove stamani ha dato alla luce un bambino. Vige per ora la circolare fatta la scorsa settimana dal dottor Giovanni Bavetta, responsabile del servizio di natalità dell’ASP che impone che alla 33-34 settimana le donne incinte devono essere trasferite a Trapani per il parto. Dopo le proteste da parte del Commissario straordinario Giuseppe Piazza e del Presidente del consiglio Giuseppe Spata, il nuovo direttore sanitario dell’ASP, dottor Osvaldo Ernandez e il Commissario Fabrizio de Nicola, si erano presi l’impegno di inviare una nota con la quale si rimettevano le cose a posto come prima, il ripristino cioè del doppio percorso: parti normali e cesarei a Pantelleria, parti a rischio, trasferimento della donna a Trapani. La nota non è arrivata fino ad oggi e i sanitari del Nagar hanno trasferito la partoriente sulla terraferma anche se il parto poteva benissimo avvenire a Pantelleria. In questo mondo di circolari e note in mezzo ci stanno i panteschi, la loro salute e le loro tasche. Una donna trasferita a Trapani significa almeno un parente che l’accompagna con conseguenti spese di viaggio e soggiorno. E poi tutti questi viaggi dell’elisoccorso quanto costano ai contribuenti? E se l’urgenza di trasferire una partoriente a Trapani avvenisse nelle ore notturne quando l’elisoccorso non funziona? Non si dice che alle donne in procinto di partorire il volo favorirebbe il parto? Il bambino non rischia di nascere sull’elisoccorso o sull’aereo? Speriamo che oggi arrivi la nota esplicativa promessa per ripristinare il doppio percorso. In ogni caso la spada di Damocle, costituita dalle direttive ministeriali del minimo di 500 parti, resta fino a quando non sarà approvata la legge per le piccole isole che dovrebbe consentire una deroga.
Salvatore Gabriele

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