FARINA AGLI SGOCCIOLI, CHIUDE UN FORNO GLI ALTRI CHIUDERANNO DOMANI

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Il forno Terremoto di Khamma oggi ha panificato soltanto un sacco di farina, poi ha chiuso. Il forno di Orazio Bentifeci ha terminato alle ore 12.15 la vendita del poco pane che era riuscito ad impastare e per domani riuscirà a procurarsi un po’ di farina presso la distribuzione Conad, dopodiché il forno resterà spento. Felice Murana, del Panificio Mangiaforte, riuscirà a panificare solo domani con gli ultimi 75 chili di farina. Anche a Scauri l’autonomia è ormai agli sgoccioli. Alcuni fornai si sono ritrovati stamattina al forno Bentifeci per confrontarsi. Billardello Giovanni del forno “Terremoto” di Kamma racconta: “Questa mattina ho telefonato in Comune ma mi hanno detto che senza una nostra carta scritta non potevano fare nulla. Mi son fatto dare il numero della Prefettura e ho telefonato a Trapani, ma mi è stato risposto che non sono loro a doversi interessare perché deve essere il Comune a fare la richiesta al Prefetto. Allora in Comune ci hanno dato un foglio da compilare e lo stiamo facendo.”
Ci viene mostrata la richiesta firmata dai fornai isolani che conclude dicendo: “Si chiede di valutare l’opportunità di sollecitare l’organizzazione di un ponte aereo con la collaborazione militare per il trasporto delle derrate.” La signora Giuseppa Ferrandes di anni 87, ascoltando queste considerazione esclama preoccupata: “Madre santa, siamo tornati al tempo della guerra, restiamo di nuovo senza pane”.
I fornai ricordano altre situazioni del passato in cui l’isola si è trovata nelle stesse condizioni. Felice Murana racconta: “Quando mancava la farina non si è mai arrivati alla necessità della carta scritta, una volta bastava telefonare all’Ufficio Commercio e poi faceva tutto il sindaco che si attivava immediatamente, ma ora sindaco non c’è! Anche recentemente quando c’è stata la protesta dei “forconi”, che impediva di fatto la circolazione degli autotrasportatori con il carico di farina, è stato sufficiente fornire al sindaco i dati degli autoveicoli che poi sono stati scortati dalla polizia da Alcamo fino al porto di Trapani. Una sola volta non si è riusciti a panificare a Pantelleria perché oltre alla farina mancava anche il carburante per produrre energia elettrica ed è stato necessario far arrivare il pane dalla Sicilia. Io ero piccolo allora, avevo circa undici anni, era il tempo del sindaco Accardi… il pane arrivato da fuori è poi stato distribuito alla popolazione nelle stanze del Comune!”
Di fronte all’attuale emergenza, tra i fornai dell’isola è scattata come sempre molta collaborazione, hanno condiviso i sacchi di farina scambiandosi la materia prima per cercare di limitare i danni in attesa della nave. Ciascuno panifica minor quantità di pane facendo in modo che nessuna parte dell’isola ne resti sprovvista. Uniti stanno portando avanti la richiesta di intervento da parte delle autorità competenti. Salvatore Belvisi, responsabile del IV settore del Comune ha confermato che nel pomeriggio il Commissario Piazza incontrerà il Prefetto per trovare una soluzione al problema. Si ipotizza l’arrivo della motonave nel pomeriggio di mercoledì, se il tempo concederà una pausa alla mareggiata, diversamente sarà necessario ricorrere a mezzi aerei.
Quest’ultima soluzione porrebbe fine all’emergenza per i panteschi ma per i fornai significherebbe un aggravio di costi. Infatti le spese del trasporto dei sacchi di farina dal magazzino di Alcamo all’aeroporto sarebbero a loro carico, così come le spese di scarico all’aeroporto di Pantelleria e poi quelle di trasporto in autocarro fino al forno. A tutto ciò va anche aggiunta la maggior difficoltà di carico e scarico rispetto alla prassi utilizzata normalmente.
Giovanna Cornado Ferlucci

Nella foto tre fornai: Orazio Bentifeci Giovanni Billardello Felice Murana

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