l[ sacerdote francese Léon Gustave Dehon (1843 – 1925), fondatore della congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, comunemente chiarnati’ Dehoniani, fu un esponente del cattolicesimo più intransigente e un assertore del potere temporale dei papi. Queste sue convinzioni ideologiche fortemente conservatrici si accompagnarono a posizioni dichiaratamente antisemitiche che lo portarono a definire il Talmud, uno dei testi sacri dell’ebraismo, «un manuale banditesco, corruttore e distruttore della società». Ma ciò,nonostante nel 1997 fu proclamato venerabile e fu avviato il processo di beatificazione che si concluse positivamente nel 2004 con la fissazione della data della cerimonia per il 24 aprile 2005. Ma la morte di Giovanni Paolo ll, che aveva fortemente voluto quella santificazione, e l’elezione del nuovo papa Benedetto XVI hanno portato alla sospensione della beatificazione ritenuta inopportuna. Dehon studiò a Roma e visse a lungo in ltalia. L’11 marzo 1894 Dehon salpò da Napoli sul vapore "Elettrico" e la mattina successiva approdò a Palermo, dove rimase tre giorni. Poi partì in treno per Marsala, per imbarcarsi per il Nord Africa. In questo particolare momento in cui tanto si parla del porto di Marsala, mi piace sottolineare il fatto che alla fine dell’Ottocento per raggiungere la Tunisia si partiva proprio da Marsala. ll diario di viaggio di Léon Dehon contiene dei giudizi molto netti sia sui garibaldini, definiti "pretesi eroi", sia sulla cattiva educazione dei marsalesi in generale e dei giovani in particolare. Ma leggiamo la pagina del diario di Dehon relativa a Marsala: "14 marzo [1894]. MARSALA. Da Palermo a Marsala ricche valli coltivate a vigneti producono il vino di Zucco, di Partinico, di Marsala. (,.,) Marsala è I’antica Lilibeo, testimone della vittoria decisiva del console Lutazio Catulo sulla flotta cartaginese, si gloria anche dell’accoglienza tributata a Garibaldi èd ai suoi pretesi èroi nel 1860. Un bravo abitante mi accompagnò alla chiesa della Cava (l’efffige della Madonna fu rinvenuta in una cava), alla cattedrale sacra a San Tommaso di Canterbury, vasta e maestosa chiesa con cupola del XVI secolo (in realtà come sappiamo, la cupola era stata costruita nel XIX secolo), recentemente crollata per un vizio di costruzione e che si ricostruisce . Salutai la chiesetta rinascimentale di San Giuseppe, non priva di eleganza. Si suona con furia come da noi per un incendio. La brava gente si accomoda, più seduta che inginocchiata, e sputa senza vergogna. Il gioco dell’organo appare scatenato, il popolo guarda ammirato tanto l’altare quanto lo strumento. La fede è viva: si prega e si canta, ma si tratta il buon Dio come un amico che s’incomoda sempre. Dopo il saluto [al Santissimol c’è il mese di San Giuseppe e si benedice con la sua reliquia. Marsala ha due città, due società, lo si avverte subito. I Gesuiti che conducevano un collegio sono stati cacciati. C’è un ginnasio. Il mondo degli affari ha più spirito d’intraprendenza che di cristiano; la gioventù sembrerebbe educata male. Grandi stabilimenti italiani ed inglesi fanno fortuna con la produzione del vino Marsala. A Marsala salgo sul battello per Tunisi. Tocchiamo Pantelleria, isola vulcanica, che ha fatto parlare di sé ancora pochi anni fa, per il terremoto. È graziosa, la città candida si staglia sulla costa con le palme nei giardini. Sui declivi oliveti e vigne, in basso tavolati boscosi dalle tinte scure. Bello il mare, piacevole il viaggio. Il capitano tuttavia disse: "ln questa stagione degli equinozi, il cambiamento può essere repentino". Così accadde: una tempesta s’innalzò la notte". La mattina del 15 marzo la nave attracco alle banchine di Tunisi. Dopo una settimana di permanenza nell’Africa settentrionale, il 23 marzo, Dehon tornò in Sicilia: "24marzo’ MARSALA, SELINUNTE. Fummo d’i buon’ora a Marsala e ripercorsi la strada di Palermo passando da Selinunte e da Segesta’ (L. DEHON, La Sicilia, l’Africa del Nord e le Calabrie nel passato e oggi, Costerman, Tornai 1898).
Giovanni Alagna
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