I PROTAGONISTI DEL VINO ITALIANO IN ASIA: PAOLO FASSINA

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 Sulle ali del successo del vino italiano a Hong Kong abbiamo intervistato alcune delle personalità nel campo del vino attive nel mercato di Hong Kong e più in generale asiatico.
Incominciamo la nostra inchiesta intervistando Paolo Fassina, Area Manager per il mercato asiatico di Castello Banfi, la prestigiosa azienda toscana leader mondiale per i vini di alta qualità quale il famoso Brunello di Montalcino. 

Innanzitutto Paolo, raccontaci di te, chi sei, che studi hai fatto, come ti sei appassionato al vino e come ne è diventato il tuo lavoro.

Sono sempre stato appassionato di vino e della cultura alimentare, sono originario di Pandino in provincia di Cremona, patria di buongustai. Ho conseguito il diploma in agraria e successivamente la laurea in scienze politiche a Milano. Per pagarmi gli studi ho lavorato per il consorzio Lombardia Alimentare come promoter del made in Italy sulle navi da crociera in Finlandia per diverse stagioni. Il lavoro mi piaceva molto, sempre a contatto con persone virtualmente innamorate dei prodotti italiani e delle eccellenze che la nostra terra sa regalare. Capii però che se volevo far diventare questa passione un vero lavoro a tempo pieno avrei dovuto studiare e diventare un professionista del settore. Decisi di trasferirmi a Firenze conseguendo un master in Management & Marketing in Wine Business presso l’università di Firenze, oltre che diventando un Sommelier AIMS. AIS.
Il mio primo lavoro da professionista l’ho svolto presso un’importante azienda vinicola toscana del Chianti nel settore commerciale e turistico. Viaggiando tantissimo in tutto il mondo capitai a Hong Kong e me ne innamorai per il dinamismo e le mille opportunità per chi abbia voglia di mettersi in gioco e investire su se stessi.
Dopo pochi anni mi trasferì ad HK lavorando prima come Restaurant Manager in un prestigioso ristorante italiano occupandomi dell’organizzazione del locale ed ovviamente dei vini, mia grande passione e poi come Direttore dei vini per l’intero gruppo di cui il ristorante faceva parte con altri 25 ristoranti.
Venni contattato da Castello Banfi che stava cercando un area manager per seguire e sviluppare il mercato asiatico ed eccomi qui ad HK da circa sette anni. 

Complimenti per la tua brillantissima carriera, conosci Pantelleria ed i suoi vini? Sei mai stato a Pantelleria? Cosa pensi dei vini panteschi in Asia, quali prospettive? 

Mi verrebbe da dire: chi non conosce Pantelleria? La sua bellezza le sue specialità alimentari e naturalmente i sui vini! Purtroppo non ho ancora avuto la fortuna di visitare l’isola, anche se, ogni volta che ho il piacere di sorseggiare uno dei grandi passiti è un piccolo viaggio. Credo che ovunque nel mondo e quindi anche in Asia ci sia sempre posto per vini di alta qualità, soprattutto quando questi portano con loro oltre a delle caratteristiche organolettiche di grande interesse, una storia e un territorio unici. Nello specifico mercato come quello cinese, giapponese e coreano hanno grande interesse per i vini dolci, il successo che alcuni dei marchi più affermati della produzione vinicola pantesca stanno provando, ne sono una conferma e deve essere di grande incoraggiamento e stimolo per tutti i produttori.

Parlaci del mercato Asiatico, che differenze ci sono nella regione, quali sono le nazioni più interessanti?

Le differenze sono profonde sia da un punto di vista culturale che economico, descriverle nel dettaglio richiederebbe davvero molto tempo. In generale possiamo dire che incontriamo mercati più maturi e organizzati dove ormai il vino si è affermato e dove la conoscenza del consumatore è discreta. Primo fra tutti troviamo il Giappone, poi sicuramente Hong Kong e anche la Corea. Esistono poi paesi in cui il mercato è ancora abbastanza immaturo, ma che offrono già oggi e sicuramente ancora di più in futuro grandi opportunità commerciali e qui naturalmente la risposta è scontata, la Cina! Tutto il sud est asiatico, Vietnam, Malesia, Tailandia, sono paesi di cui si parla meno ma che in prospettiva potrebbero diventare anch’essi molto interessanti, dobbiamo segnalare che in alcuni mercati sono vigenti legislazioni concernenti il vino e in generale gli alcolici a volte penalizzanti.

Che consigli puoi dare ai produttori Panteschi per vendere i loro prodotti in Asia?

Prima di tutto di continuare a produrre queste grandi eccellenze, e soprattutto di venire a toccare con mano le realtà di questi mercati. Mi rendo conto che spesso le aziende sono di piccole dimensioni e i costi per un viaggio cosi lungo non sono sempre giustificati. Devo dire che qui le fiere funzionano e spesso da una fiera escono ottimi contatti e opportunità, quindi venire magari con attività consorziali e istituzionali che permettono di ridurre i costi, utilizzare poi magari anche canali non propriamente vinicoli come quelli delle promozioni turistiche. Per i produttori molto piccoli si potrebbe utilizzare quel meraviglioso network che è la comunità siciliana in Asia, molto presente nella ristorazione, Chef e Manager che spesso sarebbero felici di avere prodotti unici e in esclusiva.

Ringraziamo Paolo Fassina per la sua cortesia e disponibilità a incontrarci in questi convulsi giorni del post fiera in cui un intensa attività di follow up è fondamentale per massimizzare le opportunità e trasformare un contatto in una vendita.
L’inchiesta prosegue con altri personaggi TOP della ristorazione in Asia, master of wines, importatori ed esperti di vino di cui daremo pubblicazione nelle prossime settimane.
Domenico Antico

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