IL PAPA E IL VESCOVO

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Egregio Direttore,
in un paese in cui qualcuno é fiero di avere come "caro amico" un dittatore, in un paese in cui le nostre aziende pubbliche fanno affari con questa dittatura, in un paese in cui la moglie e la figlia di un dissidente sono prelevate e rispedite al dittatore in barba ad ogni principio etico e umanitario e in barba alle regole parlamentari, perché sono sempre più importanti gli affari, in un paese, dicevo, in cui non esiste alcuna regola per i più forti, ma che continua a definirsi "democrazia" e "res publica", arrivano come un pugno nello stomaco della nostra indifferenza le frasi e il comportamento di due persone  che ci vogliono dire cosa dovrebbe essere la normalità.
Papa Francesco a Lampedusa ha portato la parola di Dio che dice "Adamo dove sei?" a quell’Adamo che crede di diventare potente, di poter dominare tutto, che non si pone in relazione con l’altro che non é più il fratello da amare, ma semplicemente l’altro che disturba la sua vita e il suo benessere (ma la cultura del benessere ci porta a pensare solo a noi stessi e ci rende insensibili alle grida degli altri).
Il Vescovo, Monsignor Mogavero, ha negato i funerali religiosi a un boss mafioso, applicando il diritto canonico, ma più di ogni altra cosa insegnandoci la coerenza e l’etica nei comportamenti.
Davanti a queste due figure come diventano meschine le critiche al Papa di alcuni politici o le critiche a Monsignor Mogavero dei parenti del boss. Quanta strada dobbiamo ancora fare perché si rinnovi il senso di legalità e la speranza in un mondo più giusto?
Un augurio di cuore a Pantelleria e ai suoi giovani che hanno la fortuna di avere un simile Vescovo.
Enrico Virtuani

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