IL SINDACO DI PANTELLERIA RIBADISCE IL NO ALLE TRIVELLAZIONI NEL CANALE DI SICILIA

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Il sindaco di Pantelleria ribadisce il no alle trivellazioni nel Canale di Sicilia da parte dell’Amministrazione Comunale e chiede un incontro con il  Ministro dello Sviluppo Economico e con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, alla presenza del Presidente della Regione Sicilia e con i responsabili nazionali delle Associazioni Ambientaliste. L’obiettivo è quello di “stabilire in maniera congiunta come operare per prevenire ogni forma di degrado ambientale e di pericolo per l’ecosistema di Pantelleria e più ampiamente del Bacino Mediterraneo e per stabilire quali azioni mettere in atto per vigilare in materia di Valutazioni Impatto Ambientale, rispetto alle varie richieste avanzate dalle società petrolifere”. Nella lunga e dettagliata lettera, il sindaco, Salvatore Gino Gabriele, oltre a sottolineare l’assoluta necessità di proteggere la biodiversità di tutto il Canale di Sicilia e in particolare della zona dei Banchi di Pantelleria, ricorda come tutta l’area nominata sia oggetto di continui studi, monitoraggi e approfondimenti scientifico-ambientali e come la piattaforma continentale del Canale di Sicilia rivesta centralità per tutte le criticità dell’intero Mare Nostrum. 
“Ci appare nefasto – scrive il sindaco Gabriele – che il Governo continui ad autorizzare la coltivazione di giacimenti petroliferi senza badare ai negativi impatti che si verificherebbero su tutto l’ecosistema, sia in condizioni di normale esercizio, sia in caso di eventuali incidenti, che potrebbero verificarsi anche nella sola fase di esplorazione di idrocarburi. Tutto questo per rispondere ad una logica meramente economica, in un area di alto pregio ambientale la cui economia, per tutte le popolazioni che si affacciano sulle coste, si basa soprattutto sul turismo”.
Viene quindi richiamato il Decreto n° 83 del 22 giugno 2012 che pone in essere il ruolo evidente che gli Enti Locali hanno nella decisione finale di attuazione di ogni eventuale forma di coltivazione, unitamente al fatto che il Comune di Pantelleria e la Regione Siciliana hanno già espresso negli ultimi anni il proprio netto dissenso alla realizzazione delle ricerche petrolifere realizzate sia con indagini sismiche che con trivellazioni, nonché la chiara e netta contrarietà al rilascio dei permessi di ricerca di idrocarburi nel Canale di Sicilia. Un altro importante riferimento viene poi fatto rispetto al parere negativo alle ambizioni petrolifere di alcune società, espresso di recente dalla Commissione V.I.A. del Ministero dell’Ambiente. Viene anche sottolineata la necessità di predisporre un piano di monitoraggio al fine di anticipare ogni danno da sversamento routinario in fase di prospezione (bentonite e fanghi per perforazione) o coltivazione (sversamenti di idrocarburi), oltre a ritenere indispensabile predisporre un sistema di pronto intervento a mare con mezzi adeguati, dislocato nell’unità portuale di Pantelleria e non in sede a Trapani, come sussiste nella contingente situazione.
Molto chiara e ferma la posizione espressa a conclusione della lettera: “Si intende avanzare una proposta per l’istituzione di un’area di protezione oltre le 6 miglia dalle coste dell’isola e si esprime la volontà di opporsi all’ampliamento della zona marina “C”, ove a breve sarà possibile presentare permessi di ricerca di idrocarburi in attuazione al decreto MISE del 27/12/2012.”

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