All’interno della Scuola dell’Infanzia Giovanni XXIII, c’è aria di festa, sono stati festeggiati due momenti particolari il 50° di Professione Religiosa di tre Suore: suor Enza Sangalli, suor Pace Feudale e suor Florangela Leone, e il 50° di beatificazione del Fondatore della Congregazione delle Suore delle Poverelle, il Beato Luigi Palazzolo. La presenza delle Suore Poverelle a Pantelleria risale al lontano 1945, quando il primo gruppo di sei suore fu destinato all’ospedale di Khamma. Da allora si sono susseguiti anni di servizio operoso, di dono gratuito verso i malati, gli anziani, i bambini e la comunità tutta. Una presenza silenziosa ma attiva, fatta di dedizione, disponibilità, ascolto, accoglienza, attenzione ai più deboli e ai più bisognosi ma anche di gioia e di affetto, di entusiasmo e di vitalità.
Pantelleria Internet ha intervistato le nostre tre suore, in questo momento di particolare gioia, per meglio conoscere la storia della loro vita e per confermare la gratitudine di tutta la comunità pantesca per la loro presenza sull’isola.
La prima suora intervistata è Suor Enza Sangalli, originaria di Boario Terme in provincia di Brescia, 71 anni compiuti il 22 maggio scorso, è la prima di sette fratelli.
Cosa ricorda dei giorni in cui ha fatto la sua professione?
Non mi sembra vero che siano passati 50 anni, sono volati, mi sembra di essere sempre stata “custodita” ed amata, ho frequentato l’Istituto del Beato Palazzolo di Bergamo fin da quando avevo 13 anni, le suore mi hanno accolto sempre con amore e i sacerdoti mi hanno guidato nel mio percorso. Avevo 20 anni quando ho fatto la professione e mi trovavo nella casa madre di Bergamo.
Quali sono stati i suoi primi impegni?
Inizialmente sono stata due anni a Brescia, poi tre anni a Roma in una Scuola parificata e poi mi hanno chiamata a Lentini, in provincia di Siracusa. Ero al servizio degli orfani e dei bisognosi, una comunità in grande sofferenza, ci sono rimasta per 15 anni. Di seguito ho cambiato totalmente attività, sono andata per 11 anni in provincia di Catanzaro, nel paese di Suor Pace e lì abbiamo fatto attività apostolica in tre parrocchie diverse: ci curavamo degli anziani, si faceva catechesi, si seguiva la comunità nelle diverse esigenze.
A Pantelleria quando è arrivata?
Sono arrivata a Pantelleria nel 1984, mi sono occupata degli anziani soprattutto a Khamma, poi ero presente all’interno della Scuola Materna, sia a Khamma che al Centro, per aiutare nel momento del gioco e del pranzo. Negli anni la Scuola materna di khamma è passata sotto lo Stato e quindi sono rimasta nella struttura della Scuola dell’Infanzia Giovanni XXIII.
Ci sono attività a cui si è dedicata con particolare entusiasmo?
Mi sono sempre trovata bene in tutte le comunità nelle quali ho operato e mi sono sempre dedicata al servizio verso gli altri con molto entusiasmo, ho sempre incontrato persone che mi hanno accolto bene e mi hanno aiutata ad inserirmi nelle nuove realtà.
Che messaggio si sente di dare ai giovani?
Per rispondere alla chiamata del Signore ci vuole generosità, del resto questo serve anche per affrontare la vita di famiglia. Generosità e determinazione servono per affrontare anche i sacrifici che a volte ti vengono chiesti dalle diverse situazioni, bisogna conciliare caratteri diversi, non scegliamo noi le persone che incontriamo sul nostro cammino e bisogna avere molta capacità di accettazione e di confronto. Noi andiamo dove ci mandano, è un atto di obbedienza, grazie a Dio mi sono sempre trovata bene.
Quali sono le situazioni più difficili che ha dovuto affrontare?
Mi sono sempre “immersa” nelle diverse realtà in cui mi sono trovata. Nell’istituto di Siracusa c’erano problemi di carenza affettiva e di abbandono particolarmente toccanti. E’ vero che miseria e povertà ci sono un po’ ovunque, ma i ragazzi che avevamo in consegna non avevano un nucleo familiare fisso che potesse dare loro stabilità e sicurezza, spesso erano affidati alle nonne, c’erano anche situazioni di genitori lontani perchè in carcere. Quando avevamo la nostra scuola interna c’erano casi di bambini che iniziavano la prima elementare a dieci anni, e nel periodo in cui la scuola era affidata all’esterno i nostri ragazzi non erano ben visti.
La vita a Pantelleria come è stata?
Mi sono sempre trovata bene, c’è molta accoglienza ed affabilità e per me è stato semplice mettere in pratica i principi del nostro Fondatore: nessuna distanza ma benevolenza ed accoglienza di tutti. Il mio ruolo all’interno della scuola è quello di supporto alle diverse attività, si lavora bene e con molta serenità.
Giovanna Cornado Ferlucci
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