Senatore Vincenzo Santangelo
Vincenzo Santangelo – Nato a Trapani nel 1972, architetto con incarichi nella progettazione e direzione dei lavori. Si occupa di materiali ecocompatibili e biodegradabili nella costruzione degli edifici. Partecipa al primo V-day nel settembre 2007, è stato candidato alle elezioni regionali sia nel 2008 che nel 2012.
Senatore Santangelo ci vuole illustrare il motivo della vostra visita odierna a Pantelleria
Cerchiamo di metterci dal punto di vista dei cittadini, cerchiamo di capire entrando nel merito dove possono esserci delle problematiche, in questo caso di tipo sanitario. Pantelleria è una zona di confine, per cui abbiamo molto a cuore il funzionamento di questa struttura sanitaria. Siamo venuti qui oltre a parlare con i cittadini, a parlare anche con gli operatori del settore.
Qual è la vostra impressione dopo il giro che avete fatto stamattina parlando con gli operatori sanitari di Pantelleria?
Sicuramente andrebbe avviato un percorso di comunicazione con i cittadini, migliore e maggiore. Probabilmente questo non riguarda solo Pantelleria, ma un po’ tutta l’Italia, andrebbe fatto un percorso in modo da confrontarsi e discutere su quelle che sono le strategie che vengono applicate magari dall’ASP sull’Ospedale di Pantelleria e discuterne con la popolazione locale, in modo da predisporla e prepararla su determinate cose.
Si è fatto un gran discutere qui a Pantelleria sull’abolizione prima del punto nascite, poi è stato rimesso ma funziona un po’ a singhiozzo. Spesso le donne vengono inviate con grosse spese a carico in strutture nella terraferma. Voi che idea vi siete fatti di questa cosa?
Non entro nel merito dal punto di vista delle spese, perché il diritto di nascere nel posto in cui si vive va al di là di qualsiasi tipo di spesa. Da inizio anno ad oggi credo che a Pantelleria siano nati pochissimi bambini, tre o quattro. Questo dato messo a confronto con quello di qualche anno mi lascia pensare, ma non solo me, anche agli addetti ai lavori, ad una medicina troppo sulla difensiva che crea queste problematiche.
Si parlava degli sprechi, soprattutto salta agli occhi quella dell’elicottero. Tre milioni e trecentomila euro, ci sarebbe da fare un ospedale californiano.
Sicuramente va razionalizzata la spesa, ritengo anche che un mezzo di trasporto che possa essere di ausilio ed a supporto di un ospedale in una zona di frontiera come è Pantelleria, sia comunque importante. Non per dodici ore, ma andrebbe esteso sulle ventiquattro ore. Questo non dovrebbe andare a sottrarsi ai fondi destinati comunque a questa parte d’Italia.
Viene lamentata spesso la mancanza di personale, o delle doppie figure, soprattutto nel Pronto Soccorso o in altri reparti chiave. Voi pensate che si possano creare dei concorsi per mandare gente qui? O degli incentivi..
Quella di trovare delle figure mediche che possano stabilmente scegliere di lavorare in zone come Pantelleria, potrebbe essere una delle soluzioni. E’ quello che probabilmente in questa fase non viene fatto. Non abbiamo al momento delle conclusioni in questo momento da darvi, abbiamo avviato quello che è un percorso di conoscenza, che parte da Pantelleria ma si sposterà a tappeto su tutto il livello nazionale, e sicuramente su quello siciliano, per cercare di capire quali sono le problematiche della sanità locale e come poterle risolvere. Non secondo il nostro punto di vista, ma secondo il punto di vista degli addetti ai lavori e dei cittadini.
Domani pubblicheremo le altre interviste
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