Carissimo Salvatore e carissimi lettori,
anche quest’anno sono riuscito a portare mio padre a Pantelleria per la raccolta delle olive.- Giuseppe Pavia, che fino a poco tempo fa riusciva a passare più di sei mesi in questa sua meravigliosa isola, trascorrendo a Rekale le sue giornate, riusciva anche ad andare al mare e fare pesca subacquea.- Sfidava il cugino omonimo, Pino Pavia di Scauri, anche lui appassionato ed esperto pescatore di polipi, con il quale ha condiviso l’infanzia.-
Ancora bambini, con la guerra finita da poco, giocando tra i muretti dei terreni, Pino trova una strana scatoletta e si mette a giocare, nel frattempo Giuseppe si allontana e poco dopo il disastro. Quella scatoletta nascondeva un ordigno che scoppia tra le mani di Pino, strappandogli letteralmente l’avambraccio destro.-
Pino, porta con se la mutilazione, ma lui riesce comunque a destreggiarsi nella vita ed a imparare a fare tutto, riesce anche a fare pesca subacquea ed a pescare i polipi di Pantelleria, diventando un esperto.
Ma ha un rivale, il cugino Giuseppe che nelle vacanze estive lo sfidava, ed ancora oggi non si sa chi fosse il più bravo.- Certo è che molti Panteschi, quelli che non riuscivano a raggiungere gli scogli per poter almeno mettere i piedi in acqua, ricevevano la loro visita ed anche gli ambiti polipi .- Ricordo che ero piccolino e sentivo questi amici che dicevano “un pozzo chù ire a marina, e gamme un reggiono chù” .-
Sono passati più di 30 anni, ma le cose non sono cambiate.- Purtroppo avvicinarsi al mare o agli scogli, per un disabile è pressoché impossibile.- Quest’anno con i problemi di deambulazione di mio padre sono riuscito a portarlo a “Gadir” dove è stato costruito un pontile raggiungibile con l’auto o con la carrozzella, fino a toccare il mare.-
Un lavoro eccezionale, da quello che mi risulta è l’unico luogo adattato alle esigenze dei disabili .- Ho avuto anche occasione di vedere i lavori fatti lungo la strada di “Bue Marino”, una splendida passeggiata lungo mare dove, grazie al vandalismo ora non ci sono più i lampioni, ma è pur vero che su quel percorso non può assolutamente transitare una carrozzella perché, l’architetto/geometra/ingegnere e chi più ne ha più ne metta, “con le gambe ancora per il momento BUONE”, ha ben pensato di cementare sul fondo del marciapiede le pietre sporgenti.- Forse c’è una spiegazione, erano convinti che in passeggiata un disabile può andare con carrozzella provvista di cingoli .- La scorsa estate al porticciolo di Scauri San Gaetano, ho potuto osservare un Signore che tutti i giorni portava il figlio disabile (un uomo di circa 35 anni) se lo caricava sulle spalle, fino a farlo adagiare in acqua, dovendo percorrere le insidie degli scogli .- E’ pur vero che Pantelleria deve rimanere nello stato in cui è, non si devono modificare le cose perché il passato deve essere sempre presente, ma ho potuto anche osservare che gli alberghi hanno cementato sopra gli scogli fino a dove sbatte il mare (forse è territorio demaniale?).- Tornando ai due “Porpari”, che ormai hanno superato di gran lunga un “Lustro”, oggi si trovano nell’impossibilità di raggiungere l’ambito mare, probabilmente saranno contenti i polipi, ma non vedo perché Pantelleria debba dimenticarsi di coloro, vecchi o giovani, meno fortunati che non possono girare agevolmente per l’isola come Giuseppe, che quest’anno a causa del suo aggravamento, non ha potuto nemmeno portare un fiore al proprio fratello, perché il cimitero sulla parte vecchia è praticamente inagibile per quelli come lui, che hanno molta difficoltà a camminare .-
Credo sia giunto il momento di fare un appello all’Amministrazione Comunale, di trovare qualche altro sito dell’isola dove poter costruire, abbattendo le barriere architettoniche, utilizzando le stesse pietre dell’isola e mantenendo l’aspetto antico delle costruzioni in modo tale da poter concedere le bellezze del mare Mediterraneo anche a chi oggi si trova costretto ad una sedia a rotelle o che l’età avanzata non gli permette più di camminare sugli scogli.-
Vittorino Pavia
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