PERICOLI DI CROLLI E VINCOLI AGGIUNTI AD ALTRI DIVIETI

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Caro Direttore,
ho letto con particolare interesse la notizia relativa all’ordinanza n°44/2012 emanata dalla Capitaneria di Porto di Pantelleria.
Chiaramente si tratta di un atto dovuto, cui il compito di vigilanza del Capo del Circondario Marittimo non può prescindere. È anche lodevole l’opera di rilievo e verifica sul territorio isolano, ma dopo aver letto il documento e le mappe allegate, credo che alcune questioni meritino un approfondimento.
Innanzitutto, ad un’apparente ed esclusiva limitazione “lato mare” si associa invece la creazione di un vincolo terrestre che va ben al di là della restrizione per bagnanti e natanti.
Si prendano i casi di Cala dell’Alca, Grotta di Sataria, Cala Levante o della Caletta di Zeglévia (poco prima dell’Arco dell’Elefante).
Se la mappatura vuol giustamente sottolineare il grado di rischio di alcune zone, prevederne l’interdizione e le relative sanzioni mette in dubbio la stessa fruibilità storica dei luoghi: a Cala Levante si interdice, in sostanza, l’attracco e la fascia riservata alle barche da diporto recentemente regolamentata con la fascia di boe e il corridoio di lancio. A Sataria, ancor più pesantemente, si interdice l’accesso alla grotta. Mi chiedo quindi che pericolo possa quindi insistere sulla perimetrale, che scorre proprio sopra quell’arco di pomice.
Vorrei capire, soprattutto, che provvedimenti vorrà prendere la municipalità (investita dell’onere di provvedere alla recinzione da terra delle zone proibite) in merito al transito di molti degli enormi TIR adibiti ad autobotte, le cui dimensioni risultano già palesemente incompatibili con la larghezza di molti tratti di strada (ricordo che qualche anno fa il Comune dovette cedere una serie di autobus ben più piccoli) ed il cui frequente passaggio non può certo giovare ad uno dei luoghi più caratteristici di Pantelleria.
Da pescatore in apnea che si informa delle ordinanze balneari e sulle zone interdette alla pesca ed al diporto, rilevo inoltre che il provvedimento aggiunge nuovi vincoli a quelli preesistenti.
Pantelleria è un’isola dalle caratteristiche geomorfologiche particolari, in cui già il limite nazionale dei 500 metri dalle “spiagge frequentate dai bagnanti” risulta del tutto astratto, se rapportato all’isola.
Credo, mi si conceda l’espressione, che creare semplicisticamente un campo minato di aree interdette tutto intorno all’isola non faccia altro che rendere ancor più difficile la fruizione delle coste ed il rispetto delle regole.
Il problema non riguarda solo chi, come me, pratica la pesca in apnea e scopre che molti dei luoghi che i bagnanti non riescono a raggiungere (l’altura di Scauri, Saltalavecchia, i Magazzinazzi), diventano ora zone in cui potrebbero scattare sanzioni.
Interessati sono anche i barcaioli che si trovano a fare in conti con una serie di nuove limitazioni di transito. Immagino che già siano pochi i diportisti estivi che si prendono la briga di leggere l’Ordinanza balneare pubblicata annualmente. Basterebbe questa lettura per rendersi conto che le distanze dalla costa, da cose e persone, il transito con scafo in dislocamento, la fascia di rispetto attorno alla boa del dissalatore, oppure l’attracco consentito solo in alcune zone (e mai su praterie di posidonia) sono condizioni quasi sempre disattese.
Gli articoli dei codici cui si fa riferimento all’art. 3 “Disposizioni finali e sanzioni” parlano chiaramente anche di provvedimenti amministrativi che superano i 1000 euro: non so per certo se con il termine “chiunque” il Codice della Navigazione intende sanzionare anche bagnanti e subacquei, ma di certo al punto 1 l’ordinanza è chiara.
Il fenomeno dell’erosione è del tutto naturale e proprio per questo incontenibile. Segnalare il rischio è altrettanto doveroso. Creare nuovi vincoli (e sanzioni) eccessivamente restrittivi senza mediare con le condizioni con cui vengono fruiti quei luoghi non può far altro, però, che creare casi in cui alla generale noncuranza e mancato rispetto delle regole segue la “puntuale” e pesante sanzione per il singolo.
Spero che qualche lettore più competente di me voglia intervenire correggendomi con una risposta.
Roberto Bugeia

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