Ghirlanda Vivaio “F. Paulsen” vanno in onda le prove tecniche per nuove produzioni. L’Enologo Gaspare Signorelli ha illustrato l’attività di micro-vinificazione svolta dal Vivaio di Pantelleria e sono stati degustati i vini sperimentali (passito di Pantelleria affinato in botti di acacia, vini rossi senza solfiti, passito di Pantelleria senza solfiti, passito rosso, vino rosso, vino bianco base spumante, succhi d’uva bianchi e rossi, spumante metodo classico ottenuto con lieviti in biglia). L’enologo Gaspare Signorelli è un funzionario della Regione Siciliana, lavora e collabora con il Vivaio “Federico Paulsen” che è diretto dal dottore Pernice e dal Dirigente, ora assessore regionale all’agricoltura da poco nominato, dottore Dario Cartabellotta. “Ho avuto – dice Gaspare Signorelli – questo incarico a Pantelleria nel 2010. Seguo e faccio le prove di microvinificazione per portare delle novità sull’isola sia per migliorare il passito come tecnica di protocollo, tecnica di appassimenti, lieviti innovativi, sia per creare prodotti nuovi che ancora non ci sono tipo uno spumante metodo classico utilizzando i racemi che generalmente non sono raccolti e si perdono sulla pianta”.
I racemi non raccolti e che si perdono ormai sulle piante di uva zibibbo, perché alle aziende vinicole non interessano, sono circa il 20 per cento della produzione ed ammontano, a secondo l’annata, a quattromila/seimila quintali. Due sono i prodotti ricavati dalla sperimentazione: uno spumante metodo classico e un succo d’uva che poi si è avuto modo di apprezzare durante la degustazione.
“Mi sono dedicato – continua Signorelli -, anche grazie all’aiuto di aziende che producono biotecnologie, a provare dei lieviti in biglia per fare lo spumante metodo classico senza il remuage riducendo i costi di quando si va a spostare verso il tappo la feccia che si produce durante la fermentazione in bottiglia. Un procedimento che richiede anni e personale. Si accorciano in questa maniera i tempi per ottenere il prodotto finale e si risparmiano per l’azienda i costi degli operai che servono per ruotare lentamente la bottiglia. Con questo metodo si può ottenere il prodotto finale in maniera repentina”.
Oggi sono stati assaggiati anche i vini rossi
“Sì, l’azienda AEB Group di Brescia, leader in enologia e biotecnologia ci ha fornito supporto gratuitamente consigliandomi quale lievito utilizzare per ottenere dei vini che non contengano solfiti. L’obiettivo era quello di ottenere dei vini con un quantitativo inferiore ai 10 milligrammi al litro. Non occorre così andare ad indicare in etichetta che il prodotto contiene solfiti. Si ottiene un prodotto con un valore aggiunto per chi produce biologico o per chi vuole creare un mercato particolare ad esempio verso un consumatore che è allergico alla solforosa e che bevendo un bicchiere di vino è soggetto al mal di testa. Abbiamo fatto delle prove su un Merlot fornito al vivaio dall’enologo Casano per il 2011, mentre per il 2012 abbiamo ripetuto la prova con un Merlot fornito dall’azienda Murana. Come si vede c’è pure un rapporto con le aziende di Pantelleria. Quest’anno abbiamo voluto provare ad ottenere un passito senza solfiti e i dati analitici ci dicono che siamo riusciti. Sono sempre prove in piccolo, noi lavoriamo su circa 100 chili di uva quindi otteniamo circa 60/70 litri di vino che poi lavorati diventano 50/40, da cui si ottengono pochissime bottiglie”.
Per questi esperimenti si devono convincere le ditte e poi portarli avanti.
“E questo lo scopo del Vivaio e del Gruppo che si occupa di questa sperimentazione. Oltre al nostro capoufficio dottor Pernice, c’è il collega Angelo Albanese, Peppe Bilello che cura i campi che abbiamo a Pantelleria. Un plauso particolare va fatto agli operai del Vivaio perché senza di loro non si potrebbe fare tutto questo”.
Salvatore Gabriele
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