PUNTO NASCITA DI PRIMO LIVELLO CON ADEGUATA DOTAZIONE DI PERSONALE

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Ci ha detto che il decreto sui Punti Nascita rappresenta un passo importante. Tutto risolto quindi?
Sono sicuramente ottimista, attualmente considero però la situazione dell’Ospedale e del Punto Nascita ancora in una fase intermedia, per alcuni versi sono presenti al momento alcune criticità. Bisogna raggiungere una situazione ottimale che va ben definita all’interno del quadro definito dall’Assessorato con l’approvazione del decreto che fissa parametri chiari.

Cosa intende dire di preciso?
Si devono superare le condizioni per evitare di ricorrere ad ambiti organizzativi gestionali spesso molto critici. Mi riferisco ad una serie di situazioni che in queste settimane si stanno verificando con trasferimenti di urgenza presso l’Ospedale Sant’Antonio di Trapani; trasferimenti non previsti in un primo momento. Fermo restando che le situazioni critiche vanno valutate di volta in volta e che il rispetto del paziente e della sicurezza della mamma e del bambino vengono prima di ogni cosa, di fronte a certe situazioni nascono però alcuni dubbi, forse c’è ancora molto margine di discrezionalità nelle gestione. E questo non può essere. C’è bisogno di chiarezza e procedure certe.

E quale può essere la soluzione?
Questa è una di quelle questioni che il Capo Dipartimento Materno Infantile, dottor Giovanni Bavetta, e la Direzione Sanitaria dell’Azienda devono chiarire a garanzia di tutti, anche di un percorso di rinnovata e reciproca fiducia rispetto al lavoro che in questi mesi abbiamo intrapreso come Amministrazione Comunale. Non mancheranno i risultati. La riorganizzazione di tutto il sistema legato all’utilizzo delle risorse umane, che avverrà con il prossimo decreto, riguarderà anche il Punto Nascita. Ci saranno quindi le risorse di personale che ne permetteranno il funzionamento secondo i parametri stabiliti oggi dal decreto di cui stiamo parlando. Naturalmente vanno anche ricostruiti gli incentivi per il personale medico che viene a Pantelleria, ma abbiamo soprattutto bisogno di gente motivata, che abbia sensibilità e capacità di ascolto.

Avete affrontato anche altri temi?
Non ci stiamo occupando solo del Punto Nascita, lo stesso percorso varrà anche per il sistema del Pronto Soccorso, abbiamo accettato definitivamente che a Pantelleria ci debba essere un Pronto Soccorso e non un PTE. Abbiamo cioè accettato, secondo la disposizione dello stesso decreto Balduzzi, che il sistema reparto di medicina sia all’altezza per rispondere alle necessità che abbiamo e io credo che, sul piano della governance, si tratti di iniziare a pensare e a ragionare per puntare a migliorare i costi della salute.

Come pensare a ridurre i costi visto che la dotazione organica va comunque garantita?
E’ chiaro che noi non potremo raggiungere mai i 500 parti previsti dalla normativa, ed infatti rientriamo nelle zone disagiate. Una delle questione che io ho posto è che l’ottimizzazione del nostro Punto Nascita passi attraverso l’introduzione di un elemento di novità: i concittadini di Lampedusa potrebbero venire a nascere a Pantelleria. La storia ci insegna e questo accadeva quando avevamo livelli di trasporto non evoluti. Oggi l’elisoccorso permette un trasporto da Lampedusa a Pantelleria in 20 minuti, contro 1 ora e 20 minuti necessari per il trasporto verso l’Ospedale Civico di Palermo. Naturalmente si continuerà a valutare caso per caso. Far nascere a Pantelleria anche cittadini di Lampedusa permetterebbe una buona ottimizzazione e un miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del Punto Nascita di Pantelleria. Si avrà così un livello di ottimizzazione dei costi anche per i cittadini di Lampedusa. E’ una proposta che già ho avanzato all’Assessore alla Salute.

Una ottimizzazione che potrebbe essere valida anche in altri settori?
Certamente. La stessa cosa si può pensare per il sistema di MCAU e di Medicina, nel percorso che si sta seguendo si sta delineando un quadro organizzativo che sarà identico a quello del Punto nascita, si tratta poi di capire come si andrà a migliorare l’efficienza di tutta la struttura ospedaliera. Le risorse che arriveranno dal Piano Sanitario Nazionale e dal Decreto Balduzzi ci permetteranno di migliorare l’efficienza delle infrastruttura dell’ospedale, mentre il personale sarà a carico del Servizio Sanitario Regionale. Credo che si possa fare un buon lavoro, da parte dell’Assessorato viene riconosciuto lo stato di disagio per le isole e c’è la massima considerazione per la nostra isola. Cosa che apprezzerei ci fosse anche da parte della Direzione dell’Asp: se in questa fase, che si configura di transizione, ci fossero ancora una serie di problemi e di contraddizioni sarebbe bene dirlo, si migliorerebbe sul piano della capacità di essere chiari e trasparenti con la cittadinanza e si eviterebbero equivoci che risultano poco chiari.

Quali passi restano da fare?
L’Assessore Borsellino in questi ultimi mesi ha accelerato la procedura in Commissione Sanità Regionale, anticipando l’attuazione dello stesso decreto Balduzzi che non era ancora entrato in attuazione definitiva. Spetta ora all’ASP migliorare il nostro grado di efficienza organizzativa, abbiamo anche bisogno di gestire le risorse umane presenti all’interno della stessa struttura ospedaliera dell’isola, migliorando la condizione di reciproca fiducia. E’ questa una condizione indispensabile, si deve allentare il livello di tensione che si è creato recentemente, l’abbiamo visto tutti: spesso le relazioni tra il personale medico e la cittadinanza non sono state molto edificanti. L’Amministrazione intende essere un punto di congiunzione, stando dalla parte e a difesa del cittadino e di un paziente che chiede solo diritti essenziali. Credo che i medici debbano avere anche il compito di accompagnare le situazioni evitando di gridare “al lupo” quando poi il lupo spesso non c’è, ho visto polemiche sterili… chi va in ospedale ha bisogno di risolvere un problema e bisogna dare una risposta che non può essere burocratica e questo lo dico senza offesa e senza mortificare il lavoro dei medici. Ci sono state purtroppo tante situazioni di questo genere e le mamme, ma anche i pazienti in genere, si sono comportate in maniera molto civile e con grande pazienza. L’ASP di Trapani deve iniziare un percorso nuovo, noi le dobbiamo dare il tempo necessario. Esprimo piena solidarietà a tutte le mamme che in questi mesi hanno fatto grandi sacrifici, comprese quelle che proprio in questi giorni hanno dovuto “sopportare” un trasferimento a Trapani. Spero sappiano allevare dei bambini che, anche se nati fuori, decidano di vivere a Pantelleria

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