QUEL MONUMENTO SI DEVE FARE

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Caro Salvatore,
è paradossale come, invocando la fraternitá, si neghi un gesto – il poco costoso e simbolico monumento all’emigrante naufrago – che santificherebbe la fraternità espressa dai panteschi in atti, non in parole. Forse qualcuno non ha visto quella tenerissima immagine del carabiniere con il bimbo salvato dalle acque. Ripubblicala, per favore. È già un monumento.
Italo Cucci
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Caro Direttore,
Ho letto con molta attenzione lo scritto filosofeggiante del signor Enrico Virtuani, al quale vorrei contrapporre la mia considerazione.
Il monumento in questione dovrebbe non solo dire dei fatti terribili per i migranti ma ricordare anche l’operato dei soccorritori, la generosità, l’umanità e l’amore che i Panteschi hanno loro riservato .Del resto, lo stesso relitto di quel naufragio, lasciato sull’arenile di Pantelleria, ha il potere di risvegliare le coscienze e di conseguenza guardare con infinita gioia ed amore quei ragazzini di colore che tirano calci ad un pallone con i loro amici dinanzi alla Chiesa di Pantelleria.
Carena Giancarlo

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Caro Direttore,
la civiltà di un popolo si misura anche dalla capacità di crearsi una memoria storica. I monumenti aiutano le generazioni che verranno a   ricordare la storia dei loro padri. Scriveva Giuslio Cesare: "Non sapere quello che è successo prima che nascessi è come rimanere eternamente bambini"
Carlo Di Giacomo

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