Qualcosa non quadra. Che c’entra con il Canale di Sicilia la Croazia che si bagna in Adriatico? Eppure l’immagine che qui a lato riporto è la fotocopia di un documento ufficiale pubblicato sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico al link http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/internazionale/malta.asp che fa riferimento alle Attività Internazionali della Direzione Generale delle Risorse Minerarie e Energetiche (RME), ed è intitolato proprio "Agreement Italia-Croazia". Ma se leggiamo il testo del documento scopriamo che in esso di un "agremeent tra Italia e Croazia" non si parla minimamente, ma si precisa invece quanto segue:
1° – … come, su incarico specifico del Ministro dello Sviluppo Economico, in coordinamento con il Ministro degli Esteri, la Direzione RME abbia dato lo scorso anno l’avvio ad un gruppo di lavoro con gli omologhi tecnici maltesi, finalizzato alla ripresa del dialogo tra Malta e Italia che, per le note divergenze sulla delimitazione delle rispettive piattaforme continentali, si era interrotto da diversi anni;
2° – … come, vigendo attualmente tra i due Stati un "modus vivendi" precisato nella mappa a seguire e instaurato con scambio di note verbali il 29 aprile 1970, vale a dire ben 43 anni or sono, si siano svolte due riunioni tra le rispettive delegazioni, avendo come obiettivo dichiarato l’avvio della verifica della fattibilità dell’ esplorazione congiunta in zone del Mare Ionio meridionale e del Canale di Sicilia contese tra i due Paesi !!!
3° – … il punto più importante, vale a dire che: "A chiusura dei suddetti lavori svolti nel 2012, la parte italiana presenterà a breve una proposta tecnica per l’esplorazione congiunta su aree contese (sottinteso "…di risorse energetiche off-shore", nrd). Nel corso del 2013 verrà inoltre costituita una Commissione di studio per l’approfondimento degli aspetti giuridici connessi". E nel frattempo "… allo scopo di avviare progetti di esplorazione congiunta con Malta, con Decreto Ministeriale del 27 dicembre 2012, è stata ampliata la Zona marina “C”, già istituita con Legge 21 luglio 1967, n. 613, nel Mare Ionio meridionale e nel Canale di Sicilia." !!!
Nota bene. La mappa citata nel documento del "modus vivendi" sul limite delle acque territoriali nel Canale di Sicilia (concordato "verbalmente" tra Malta e Italia nel lontano 1970) possiamo vederla direttamente sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico all’url http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/cartografia/piattaforma/malta.pdf .
E allora la Croazia ? C’entra come i cavoli a merenda… E ci potremmo fare su anche una bella risata per l’errore commesso da qualcuno del Ministero (ma è poi davvero un errore ?), se non fosse che la decisione finale a proposito di Mar Ionio e Canale di Sicilia è oltremodo tragica, ben descritta in un articolo di Peppe Croce su Green Style di qualche giorno fa, intitolato appunto "Petrolio offshore, l’Italia si espande nel Canale di Sicilia" in cui si denuncia l’accaduto. Questo il link all’articolo in questione che invito tutti a leggere con attenzione:
http://www.greenstyle.it/petrolio-offshore-litalia-si-espande-nel-canale-di-sicilia-16721.html .
E’ un articolo corredato di alcune mappe esplicative sull’ampliamento della "Zona Marina C" nel Canale di Sicilia, definito, a quanto pare, grazie a quest’accordo segreto (?) tra Malta e Italia, ad insaputa e possibile danno di tutti gli altri Paesi mediterranei… anche della lontana Croazia. E tra quelle mappe vi segnalo in particolare l’ultima che, elaborata dallo stesso Peppe Croce, meglio evidenzia come l’ampliamento della "Zona Marina C – Settore Sud", debitamente decretato dal Governo Tecnico Monti nel Dicembre scorso, si sovrapponga nettamente a gran parte delle acque territoriali maltesi. Possiamo definire quell’ampliamento frutto di un "accordo a delinquere" che va a danno non solo del Canale di Sciilia, ma dell’intero Mediterraneo?
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