UN FILMATO CHE RACCONTA LA VITA DEI PANTESCHI

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Il filmato “Se l’isola si perde nel tempo” verrà presentato giovedì 1 agosto 2013 alle ore 21.00, all’interno della struttura del Castello Barbacane, a cura della Società Cooperativa Sociale L’Elefante Bianco, con il contributo della Regione Siciliana –Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo – Sicilia Film Commission, ed il supporto della Cooperativa Sociale Tanit di Pantelleria. Si tratta di un documentario girato a Pantelleria tra il dicembre del 2010 e l’ottobre 2011, con la regia di Nello La Marca, per raccontare la vita dell’isola nei vari periodi dell’anno. L’estate è turismo, ma nel lungo inverno dell’isola, i panteschi si riuniscono nei loro circoli e ballano, tutti, vecchi, giovani e bambini, in un modo che solo loro conoscono e che a loro appartiene da generazioni.
“La struttura del film scandita in quattro capitoli relativi alle stagioni dell’anno – spiega il presidente della cooperativa, Veronica Riccobene – ha come sfondo gli straordinari paesaggi dell’isola di Pantelleria, i cui luoghi accompagnano la narrazione assumendo forti connotazioni metaforiche anche in rapporto ai valori simbolici che storicamente li hanno caratterizzati nell’immaginario collettivo locale e che rischiano di perdersi nel tempo”.
“L’isola era tutta un giardino”, raccontano i vecchi, oggi invece la macchia mediterranea, la selva, si va riprendendo ciò che l’uomo aveva faticosamente conquistato. L’isola man mano ridiventa selvaggia e questo affascina i turisti su cui, i panteschi, vissuti per secoli con la cultura dell’autosufficienza, hanno oggi affidato le speranze di sopravvivenza economica. Un affidamento che per gli isolani è il segno di una perdita.
“Tale progetto nasce per scrivere e raccontare storia – aggiunge uno degli autori del progetto, Claudia Prestano – utilizzando una raccolta di immagini e di parole riferite ad una terra simile a molte altre ma unica nelle sue peculiarità: frammentarietà dei tempi vissuti in uno spazio confinato. L’attenzione viene posta alla dimensione del tempo in un’isola che sembra scordarsi della propria memoria, una memoria che somiglia al vapore delle sue Favare, costante in alcune ripetizioni e che evapora col passare del tempo, o come i capperi e lo zibibbo, tanto noti e rappresentativi dell’isola, che rimangono e si trasformano, ne parlano vecchi e  giovani ma questi ultimi ne perdono sempre più conoscenza ed esperienza…”                                                                                              
Scrive il regista: “Se l’isola si perde nel tempo è la registrazione di ciò che Pantelleria era e non è più. E’ la raccolta delle malinconie di chi avverte il presente dell’isola come un’epoca di progressive cancellazioni di ciò che per millenni ha caratterizzato l’identità degli isolani.  Eppure c’è un anima profonda dell’isola che resiste al tempo e che emerge soprattutto quando gli isolani, cessata l’invasione estiva del turismo, si ritrovano di nuovo soli in mezzo al mare.”
“E  noi  che siamo venuti a Pantelleria schermati dalla impossibile obiettività della macchina da presa”, raccontano gli autori e il regista, “abbiamo lasciato l’isola con la precisa consapevolezza che l’isolanità rappresenta una tappa fondamentale della coscienza umana e che in essa si scorge l’indispensabilità di certi valori che il mondo contemporaneo va sempre più cancellando e che è urgente salvare”.

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IN RICORDO DI STEFANO BONOMO

Una Santa Messa ln ricordo di Stefano Bonomo nell’ottavo anno della sua morte si terrà venerdì 2 agosto 2013 nella chiesa di Buccuram alle ore 19,00.

 

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