Pantelleria va ormai verso le elezioni comunali di primavera. Quali saranno gli schieramenti in campo? Mentre si sta schiarendo la situazione nell’ex gruppo “Progetto da Pantelleria” che diventerà “Pantelleria nel cuore”, mentre il PD ha eletto il suo nuovo gruppo di coordinamento che vede a capo Giuseppe La Francesca, incerta è ancora la posizione che assumeranno coloro che avevano aderito al gruppo di “Pantelleria Libera”. Per saperne di più abbiamo intervistato Francesco Brignone, UDC, consigliere provinciale da due legislature.
Quale può essere nelle future elezioni comunali il ruolo che giocherà il Centro di Pantelleria, che tu hai rappresentato in questi anni, anche in Provincia.
Allora, diciamo che io in provincia ho cercato di rappresentare il territorio pantesco, con le sue problematiche, per quanto di competenza della Provincia. Per quanto riguarda l’operatività, io non credo che Pantelleria possa andare avanti con un governo di Centro, piuttosto che di Sinistra o di Destra. Io credo che Pantelleria abbia già vissuto tante di quelle esperienze, che devono portare gli uomini di buon senso a concludere che ci vuole un’intesa, un’alleanza fra migliori menti, nell’unico interesse pantesco e del territorio pantesco. Per cui se la persona è capace, se è di estrema destra, di destra, di sinistra o di estrema sinistra, non ha importanza, deve andare bene per tutti. Perché una cosa è il libro della vita, bello scritto con grafie impeccabili e frasi bellissime, e un’altra cosa sono i programmi. Altro è quello che le persone preposte sono poi capaci di fare. Per cui il bel progetto per Pantelleria lo possiamo far fare a chiunque, e lo valutiamo, e diamo il Dieci e Lode. Dopo i cinque anni di mandato andremo a valutare cosa si è realizzato. E questo dipende, prima dalla capacità degli amministratori. Per questo premetto che deve essere gente qualificata, preparata, un po’ esperta, con tanta buona volontà e tanto tempo libero, che deve dimenticare il rapporto amichevole con i panteschi. Deve fare diventare il territorio una sorta di azienda, da gestire nell’interesse di tutti. I panteschi devono valutare i risultati conseguiti, non le azioni quotidiane di poco conto che dopo non producono i risultati.
Secondo te è possibile una riedizione della lista “Pantelleria Libera”, riveduta e corretta?
Non credo. Io non credo più nella lista di “Pantelleria Libera”, prima perché l’esperienza è stata traumatica, poi perché nasceva come una sorta di movimento civico nato all’ultimo momento. Io stesso sciolsi le riserve per candidarmi soltanto su pressione di amici e a 48 ore dalla presentazione delle liste, per cui non era una lista che era nata all’insegna di un programma che da tempo si era valutato, condiviso e portato avanti. Era una lista come quelle che da tanto tempo da quando sono scomparsi i partiti, di norma si fanno a Pantelleria, una lista fatta più per vincere le elezioni, sottovalutando le difficoltà del tipo “e dopo come governiamo?” Io sapevo di non avere altri ruoli se non quello di Consigliere Provinciale, per cui non potevo incidere più di tanto ed ho lasciato gestire a chi aveva titolo di gestire questi passaggi. I risultati purtroppo sono sotto gli occhi di tutti. Colpe sicuramente ce ne sono, ma sono più soggettive che collettive, e ritengo che quella lista abbia fatto il suo tempo, penso, al pari di altre liste civiche. Sarebbe bene che nascesse una nuova lista civica, che fosse il frutto, la sintesi di tutto, anche di quel movimento. I migliori uomini, di Progetto Pantelleria, di Pantelleria Libera, della lista Grillo, le liste di destra e di sinistra, messe assieme per un programma condiviso nell’interesse della collettività, ma i migliori uomini. E mettere alla base di questo progetto l’isola con i suoi problemi.
Non escluderesti, quindi, un’alleanza anche con il movimento che è uscito ora, “Pantelleria nel Cuore”.
Io non so qual è il movimento che è uscito adesso, per me che ben venga. Nella mia mente non c’è una esclusione o una preclusione, nella mia mente c’è il soggetto che è il territorio con i suoi abitanti. Questo è il soggetto, e per questo soggetto bisogna spendersi, non con preclusioni per una lista o per una persona, ma con aperture condivise, e possibilmente con progetti condivisi, con la somma delle migliori energie, delle migliori qualità, nell’interesse di tutti. Per una volta, sicuramente sarà stato così anche altre volte, per una volta mettiamo a soggetto Pantelleria con i panteschi; panteschi come abitanti, perché ora c’è tanta gente che non è pantesca che si potrebbe sentire esclusa da questa mia espressione, quindi Pantelleria con i suoi abitanti, questo dev’essere il soggetto; e per questo uniamoci tutti. Non ho mai sentito nessuno dire che vive di politica, e se è vera questa frase, perché non rinunciare tutti ad un qualcosa, nell’interesse di tutti? Arrivare addirittura ad una lista unica, e dopo cinque anni si valuta come si è operato, non il giorno dopo, non con le bacchette magiche. Una lista fatta così potrebbe avere più contatti, più aperture, perché i governi possono essere in mano a partiti diversi. Quando c’erano i partiti andava bene questa concezione, ora non ci sono più. Nelle liste civiche ci sono persone di ogni colore, per cui perchè andare ancora avanti così, con l’idea tu sei di destra e io di sinistra? Il centro potrebbe essere il catalizzatore di questa operazione, ma chi la deve fare non la so.
La domanda sorge spontanea, non prenderla per provocatoria, in questa cosa accetteresti anche Salvatore Gino Gabriele?
Sì, per primo. Non escluderei nessuno. Nell’interesse dell’isola. Certo, senza nessuna provocazione. Sono pronto a firmarlo davanti al notaio, anche se con Salvatore non ci vediamo forse da un anno e mezzo, non ci siamo più incontrati, neanche su un aereo. Senza nessuna preclusione, io non ho niente contro nessuno.
Quindi cambiare rotta.
Sì, per una volta proviamo a fare una cosa davvero diversa, anziché raccogliere le persone ed andare ad intercettare le persone nelle contrade che devono portare 70 voti piuttosto che 35. Così alla fine abbiamo gruppi di persone belle, brave, buone, ma non all’altezza del compito che devono affrontare. Facciamo una cosa diversa, prendiamo persone all’altezza del compito, realizziamo un programma che sia rispettoso e dignitoso per continuare a dire “Vivo a Pantelleria”, perché ormai è un’isola per me e per altre quattro persone come me, per pensionati. Non può più restare un ragazzo a Pantelleria, non ci sono prospettive, in nulla.
Per fare cambiare la rotta, tu parlavi di Pantelleria come azienda, quale dovrebbe essere la molla che dovrebbe scattare per anche fare restare i giovani a Pantelleria?
Torniamo al discorso del programma. Il programma va fatto attorno ad un tavolo, quando le figure sono già definite e l’idea è condivisa. Programma che preveda novità in agricoltura. Non posso anticipare nulla perchè io non sono il candidato sindaco, quindi io non ho titolo, che tenga conto di certe sproporzioni che esistono nei servizi che ci sono a Pantelleria. Perché ci sono servizi che hanno una spesa eccessiva, e servizi che non si possono dare perché i soldi non bastano, vedi quello sanitario. Io penso che da un’indagine accurata si può rilevare dove recuperare tanti denari e dove mettere i denari che si recuperano per fare un’operazione, come dice Monti, a saldo invariato. Molto filosofica come risposta, però non posso entrare in merito di questo aspetto che è un aspetto programmatico e va fatto soltanto allorquando si raggiungono le intese e ci si siede attorno ad un tavolo. Allora ognuno mette la quota, il contributo che è in grado di dare con le proprie idee. C’è chi ce le avrà nel turismo, chi le avrà nei trasporti, marittimi o aerei, chi le avrà sul territorio, chi le avrà in agricoltura, chi le avrà nella cultura o nella storia di Pantelleria.
Metti che si realizzi questo accordo, e ti propongono di fare il candidato sindaco, accetteresti?
No, non sono disponibile a fare il sindaco. Sono disponibile a dare un contributo se c’è una cosa seria e persone serie e volenterose. Non ho la capacità di giudicare gli altri, è un mio pensiero, una mia piccolissima valutazione, posso dare un contributo ma non posso fare il sindaco.
Chi vedi come sindaco? Fai due o tre nomi…
Ci sono tanti nomi che sono validi al momento sul “mercato”. C’è il nome di Salvatore Giglio, ho sentito il nome di Massimo Bonì, ho sentito il nome di Salvatore Gino Gabriele, ho sentito il nome di Angela Siragusa, ho sentito il nome di Fabrizio D’Ancona, quindi penso che ci sono tante persone….come potrebbe anche essere un sindaco della svolta, un sindaco non pantesco.
Un sindaco non pantesco come lo vedresti? Fai qualche nome a proposito.
Io lo vedrei anche bene, se si è accurati nella scelta. La lista degli altri nomi è più difficile da farsi, non posso dirti altri nomi.
Italo Cucci come lo vedresti?
Va bene sicuramente, non posso escludere nessuno, mi puoi dire Cucci, mi puoi dire Panseca, Giovanni Paterno, Giorgio Armani, il maestro Muti…. è il gruppo quello che conta dopo. Il sindaco resta un fatto simbolico nella mia mente, poi se ci sono persone capaci, volenterose, con tempo a disposizione, allora tutto va bene.

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