Potrebbe essere l’equipaggio della nave affondata nel secolo XVII davanti a Punta Spadillo a Pantelleria. E’ questa una delle ipotesi azzardata dal professor Sebastiano Tusa, soprintendente del mare, che ha visionato, insieme al suo collaboratore Roberto La Rocca, un cimitero, nascosto e misterioso, in mezzo alla lava di contrada Kaggiar. Nel cimitero ci sono 26 tombe, due file di 13 entro un recinto delimitato da muretti in pietra lavica. Conosciuto da pochi e segnalato come un cimitero dell’ultima guerra era stato segnalato nei giorni scorsi anche alla dottoressa Rossella Giglio, responsabile dei Beni Archeologici della Soprintendenza di Trapani. Il professor Sebastiano Tusa che si trovava nell’isola per la riapertura degli scavi in contrada Mursia è stato sul luogo ed ha classificato il piccolo cimitero come molto interessante. “Non credo che risalga all’ultima guerra – ha detto Tusa – per due motivi. Gli arbusti che sono cresciuti sopra le tombe sembrano avere più di 60 anni e la stessa cosa dicasi per i licheni che ricoprono un muretto che è franato in parte”. La scoperta si deve alla curiosità storica del comandante della stazione dei carabinieri di Pantelleria, luogotenente Giuseppe Badalamenti che, aveva avuto la segnalazione da un cittadino. “Lo scorso anno – continua Tusa – abbiamo localizzato in mare qui vicino due cannoni che fanno parte chiaramente di una nave da guerra affondata. Non sarebbe azzardato ipotizzare che l’equipaggio annegato sia stato qui sepolto da mani pietose”. Il cimitero sembra essere circoscritto al piccolo appezzamento di lava vulcanica, come se chi l’ha realizzato volesse ricordare un avvenimento in particolare. “Ci sarebbero, è chiaro – dice ancora il professore Sebastiano Tusa – anche altre ipotesi da fare. Piccoli scontri nel corso dei secoli nell’isola ci sono stati. Non è escluso che le persone sepolte possano essere i morti di uno di questi episodi. Occorre trovare prove documentali perché profanare una tomba non è una bella cosa. E’ da fare solo se è necessario. Se si arrivasse a questo, da un bottone o da qualsiasi altra cosa che i morti potevano avere in tasca, sarebbe possibile con più facilità risalire al periodo”. L’unica cosa certa del misterioso cimitero è che le tombe sono esposte ad ovest e che, quindi, si tratta sicuramente di cristiani.
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