ECOLOGIA E ECONOMIA

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Ecologia e Economia
Due temi di importanza primaria che tuttavia, soprattutto in questo momento di crisi, non si conciliano per niente bene tra loro.
L’ecologia/ambientalismo è portatore di valori vitali, trascurati dall’uomo nei secoli, che stanno producendo ora i loro aspetti più nefasti, destinati probabilmente ad aggravarsi nel prossimo futuro. Le risorse sono state sfruttate selvaggiamente, foreste e boschi sono stati tagliati, la polluzione e l’inquinamento ci circondano, i ghiacci si sciolgono, gli animali muoiono, i rifiuti aumentano (anche quelli nocivi del cui smaltimento si parla poco), la desertificazione progredisce, il petrolio diminuisce e così anche l’acqua – un elemento assolutamente vitale per la sopravvivenza umana e del pianeta. Infine cominciano a scarseggiare le risorse alimentari e il mondo agricolo non è in grado di rispondere, anche a causa dei modesti ricavi che non incoraggiano a quell’attività (che fu retaggio dei nostri avi che, allora, sapevano sacrificarsi e sopravvivere con meno grilli per la testa).
Ora a Pantelleria ed in tutta la Sicilia è in corso un’azione meritoria tendente ad evitare ulteriori prospezioni petrolifere nel canale ma, più che un rimedio, è un piccolo palliativo. E questo va detto subito, a chiare lettere e senza demagogia: non è la soluzione del problema. Il Mediterraneo ed anche il Mar Nero sono due mari connessi e chiusi che creano un livello di interdipendenza assoluto tra le decine di paesi rivieraschi. Proteggere le nostre coste, se anche gli altri non proteggeranno le loro, è solo un piccolissimo rinvio nel tempo del problema e dei disastri ampiamente annunciati. 

I principali paesi industrializzati, ma anche gli altri, si riuniscono periodicamente per dire tante cose belle e giuste ma, alla fine, nessuno rinuncia a nulla e un accordo per la tutela globale del pianeta e delle sue risorse diventa vieppiù difficile, se non impossibile.
Anche perché la richiesta energetica continua ad aumentare e le fonti non sono molte: petrolio, nucleare ed energie alternative. Queste ultime, tralasciando le prime due, sono state adottate da molti paesi del centro/nord Europa ma da noi la tendenza è ancora timida. Anche perché abbiamo da proteggere dall’impatto ambientale il nostro straordinario territorio, unico nelle sue bellezze naturali, nel suo patrimonio artistico e archeologico. Cui le torri eoliche e i pannelli solari non porteranno certo giovamento.
E quindi occorrerà certamente tentare di fare uno sforzo straordinario per trovare delle soluzioni di ragionevole compromesso, senza che le associazioni ambientaliste, né il mondo imprenditoriale, né le altre componenti socio-economiche si radicalizzino nei propri convincimenti utopici. Ciascuna parte dovrà necessariamente saper rinunciare a qualche cosa, magari anche di importante. E poi, infine, l’altro punto dolente. Occorreranno risorse da investire di cui al momento è difficile individuare le fonti.
Nel frattempo la crescita della popolazione mondiale che continua, l’economia che va a rotoli, la disoccupazione che ha raggiunto livelli inverosimili, richiedono politiche di sviluppo e risorse che vanno spesso in direzione opposta alla protezione dell’ambiente.
Maggior popolazione mondiale ed immigrazione nei paesi sviluppati richiederanno nuove iniziative per creare posti di lavoro, nonché cementificazione aggiuntiva per costruire aziende e alloggi, strade, infrastrutture. Ed il territorio dovrà pagare un ulteriore prezzo.
D’altra parte un rimedio bisognerà pure trovarlo, con le rinunce che comporterà, perché sarebbe inutile salvaguardare ambiente e territorio se dovesse venir meno la razza umana. Chissà, forse è proprio questa la lontana e speriamo lontanissima soluzione finale. Tutto quello cui siamo abituati, compresa la nostra vita, ha una fine. E forse tra qualche migliaio o decina di migliaia di anni anche il pianeta terra dovrà cessare di esistere e divenire uno dei milioni di stelle e pianeti morti dell’universo. Se mai dovesse accadere saremo stati noi, se non a causare, quantomeno ad accelerare quell’evento.
Tony Alfano

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