L’altro ieri il ministro dello Sviluppo Economico Zanonato con tanta enfasi aveva pubblicato sul sito del Ministero un comunicato stampa ripreso da ansa dove declamava la riduzione delle aree di ricerca idrocarburi da 255 a 139 mila chilometri quadrati. Questo decreto pareva far intendere che le aree di ricerca per motivi di tutela ambientale fossero state riviste al ribasso. Ma da attenta analisi del testo decreto si capisce che la riduzione è volta solo alle nuove concessioni: “fatte salve le istanze e i titoli rilasciati al 29 giugno 2010”.Cosa significa tutto questo burocraticese?
In parole povere significa che ai nuovi 139 mila kquadri vanno aggiunte le concessioni già attribuite ovvero tutte quelle che attualmente insistono del canale di Sicilia e altrove. Perciò non è avvenuta nessuna riduzione concreta e che le concessioni che insistono entro 12 miglia da Pantelleria ovvero la CR 147 northern petroleum, Gr 15 Puma Petroleum, d 1GC. Ag Eni possono bellamente operare.
Questa è una classica presa per i fondelli tipica del ministero dei petrolieri perché si parla di ”nuove attività” (di ricerca) sottintendendo che le concessione già concesse vanno in deroga a questo decreto e perciò possono benissimo trivellare entro le 12 miglia anche dalle aree a qualsiasi titolo protette. Inoltre andando appunto sul sito http://www.sviluppoeconomico.gov.it/ e analizzando le tanto sbandierate mappe del prima e dopo decreto di oggi si capisce che non vengono sovrapposte le concessioni “vecchie ante decreto prestigiacomo 2010” che sono sempre attive, ma bellamente viene aggiunta come possibile per le nuove concessioni tutta la famosa area che è l’allargamento verso Malta unilateralmente attribuitasi di pertinenza italiana. Perciò alla luce dei fatti in realtà le aree di ricerca non si sono ristrette bensì allargate……
Cosa doverebbero fare secondo voi i cittadini e le Amministrazioni coinvolte?
Alberto Zaccagni
Associazione Apnea Pantelleria Un punto nel mare
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