PRESTIGIOSO INCARICO PER IL CAPITANO GIGLIO

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Il capitano dei carabinieri Pierluigi Giglio lascia la città di Trapani. E’ stato, infatti, nominato comandante del Nucleo investigativo dei militari dell’Arma di Perugia. Al Capitano Giglio giungano le congratulazioni del nostro giornale del quale lo sappiamo lettore attento.
Il capitano Pierluigi Giglio, 41 anni, sposato, padre di due figli, dopo essersi laureato in giurisprudenza all’Università di Palermo, si è arruolato nei carabinieri nel 1998.
Ha prestato servizio alla scuola allievi carabinieri di Roma e dopo una breve parentesi all’ufficio legislazione del Comando generale dell’Arma è stato trasferito a Trapani, dove ha svolto l’incarico di comandante del Norm della compagnia.
Dal 2007 ha diretto il comando del Nucleo investigativo del reparto operativo di Trapani, distinguendosi in numerosi interventi nel contrasto alla criminalità organizzata, con la cattura di pericolosi latitanti. Tra le tante operazioni, l’arresto degli assassini – condannati con sentenza definitiva – di Nino Via, il giovane magazziniere della Gea ucciso, con un colpo di pistola, durante una tentata rapina, per aver preso le difese di un collega in balia di tre banditi armati e a volto coperto, che volevano l’incasso della giornata.
Tra gli arresti eccellenti anche quello del numero tre di cosa nostra, considerato il "ministro degli esteri" della mafia trapanese avvenuto a Caracas (Venezuela) nonché quello del killer Pietro Armando Bonanno, avvenuto a Buenos Aires. Di recente ricordiamo la scoperta dell’assassino di Don Michele Di Stefano, Antonio Incandela. Il capitano Giglio è stato insignito per la sua opera di contrasto alla mafia dell’encomio solenne del comandate generale dell’arma dei carabinieri. Congratulazioni gli sono pervenute anche dal ministro degli interni e della difesa in occasione delle brillanti operazioni. Si ricorda ancora l’arresto del sindaco di Campobello di Mazara Ciro Caravà accusato di mafia nonché del consigliere provinciale di Trapani, Santo Sacco arrestato perché ritenuto dagli inquirenti vicino al latitante Messina Denaro.

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