Egr. Direttore,
è interessante rendersi conto di come le questioni riguardanti la tutela del paesaggio naturale pantesco accendano, purtroppo, prevalentemente l’interesse di coloro che sull’isola non vivono e che, soprattutto, non l’amministrano.
Mi sembra che a fronte dei "problemi veri" (cito e ringrazio il Sig. Ferreri) dei quali l’A.C. e la Regione Sicilia dovrebbero occuparsi, la questione legata alle presunte numerose richieste per la realizzazione di piscine sia di secondaria importanza.
Penso che, se interessati, gli Amministratori locali e gli Enti regionali abbiano la possibilità di normare facilmente tale spinosa materia, emanando norme che impediscano ai privati la realizzazione di piscine più o meno olimpioniche ma permettendo, a chi lo desidera e per motivi che non spetta a noi sindacare, la sola realizzazione, ad esempio, di una ben più modesta e meno appetibile "vasca da bagno da esterno".
Non ho viaggiato abbastanza per poter affermare che un paesaggio (Dolomiti o altro) sia indiscutibilmente il più bello del mondo, ma ritengo che la tutela del paesaggio naturale di quest’isola debba cominciare da ben altri punti (e non sono le piscine). La mia esperienza ventennale di frequentatrice assidua dell’isola (anche nei momenti meno canonici, quelli cioè che vedono del tutto inutilizzabile una eventuale piscina), mi suggerisce che gli antichi terrazzamenti versano per la maggior parte in condizioni di abbandono e la naturale vocazione dell’isola non è confortata dall’evidenza di un paesaggio che oggi stenta a configurarsi come incontestabilmente agricolo per la mancanza di manodopera locale.
Bisognerebbe indagare se il futuro dell’isola nell’interesse locale è orientato verso l’agricoltura o il turismo (ma questo è un altro fronte rispetto al quale aprire una discussione).
La tutela del bene paesaggistico non deve coincidere con la semplicistica apposizione del divieto ad intervenire tout-court, ma deve essere ragionata e guidare lo sviluppo, consentendo la trasformazione del territorio nella piena consapevolezza e rispetto delle preesistenze, ovvero tramite interventi paesaggisticamente integrati. Sicuramente è più semplice e comodo rispondere negativamente alle richieste d’intervento, piuttosto che progettare, definire e fornire adeguate e concrete linee di indirizzo e, soprattutto, verificare la correttezza delle realizzazioni.
Spero che, grazie alle discussioni promosse tramite le pagine del suo giornale, si possano sollecitare gli Enti competenti a prendere seriamente in considerazione la "irrimandabile necessità" di utilizzare risorse rinnovabili per la produzione di energia elettrica, al fine di tutelare non solo l’acqua ma anche il bene aria.
Mi piacerebbe essere costretta, un giorno forse non troppo lontano, a rispettare la norma che impone di spostarsi sull’isola utilizzando esclusivamente veicoli elettrici, come pure vedere che le risorse rinnovabili che la Natura qui offre in abbondanza vengono finalmente impiegate per tutelarla.
A presto. Donatella Varani
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