Caro Salvatore,
leggo con molto interesse l’articolo sul porto “Finita l’emergenza ritorna l’ordinarietà” anche se credo che i panteschi dall’emergenza non è che ne abbiano giovato tanto, visto che lo “scandaloso” porto giace ancora là, con tutti i suoi difetti, errori e difformità. Con Ordinanza Ocdpc n. 37 del 15 gennaio 2013, si provvederà nei prossimi giorni a trasferire alla Regione Siciliana-Dipartimento regionale della protezione civile tutta la documentazione amministrativa e contabile inerente alla gestione commissariale riguardante i lavori del porto di Pantelleria. Per me che sono stato componente del Comitato Porto Pantelleria, era il lontano 2003, a seguito di una interrogazione Parlamentare si scriveva che “è difficile individuare gli enti competenti per la gestione dei servizi portuali e le conseguenti responsabilità.”, e pertanto oggi me ne rallegro se finalmente un cittadino, un’associazione o un comitato, Pantesco, sapranno a chi rivolgersi per accedere agli atti.
A causa di questo passaggio di responsabilità tra enti ed enti il comitato, non trovando un interlocutore certo, si sciolse dopo qualche anno. Da allora si cerca di conoscere e di visionare il Piano Regolatore del Porto di Pantelleria, unico atto urbanistico deputato a stabilire se un lavoro eseguito ordinariamente o in emergenza è conforme al PRP e quindi collaudabile o meno, sia esso in termini amministrativi che strutturali. “ Il Genio Civile per le Opere Marittime. (ex) ente dipendente dal Ministero dei Trasporti, impegnato (allora nel 2004) nella progettazione del porto, per bocca del suo (protempore) ingegnere capo, spiegava che purtroppo ogni soluzione può essere solo provvisoria. Oggi sì installa un faro e domani il mare lo distrugge, finché il porto non sarà completato…Tutto dipende dal completamento della diga foranea, in attesa del quale l’utilizzo della struttura portuale non può che essere a rischio soprattutto di notte.”
Se lo diceva l’ingegnere c’è da crederci, visto che i marosi sistematicamente distruggono quello che nel porto di Pantelleria si costruisce il giorno prima. Ultimamente si è messo anche l’uomo a distruggere un cassone che se ben impiegato avrebbe potuto contribuire al tanto agognato completamento delle strutture portuali, anziché ridurlo a sfabbricidio. E quali sono le strutture portuali che definiscono un porto, nell’accezione di sicuro: il Molo di Soprafflutto (la diga foranea) e il Molo di Sottoflutto (il braccio di Punta S. Leornardo).
In questi ultimi anni abbiamo visto tanti milioni di euro spesi per opere sovrastrutturali, lasciando che questi venissero realizzati su di una struttura “precaria”. Permettimi il paragone: è come se un veneziano si ostinasse a comprare la mobilia che utilizza nei piani terra, quando sa che l’acqua alta diverse volte l’anno gliela porta via. E un veneziano, come tutti coloro che conoscono il mare, non è uno stolto. Non butterebbe i propri risparmi per suppellettili prima di aver costruito qualcosa di “strutturale” che non permetta al mare di entrargli dentro casa.
Io credo che bisogna ripartire dal Piano Regolatore del Porto, capire se tutte codeste opere realizzate siano conformi con lo strumento urbanistico. Ma prima bisognerà far vedere le carte ai panteschi che come i veneziani, non sono degli stolti.
Giuseppe Sechi
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LUTTO
Apprendiamo all’ultimo minuto che si è spento all’età di 90 anni il Professor Vincenzo Di Bartolo che è stato per tanti anni preside presso la scuola media di Pantelleria, ispettore onorario della Soprintendenza ai beni archeologici, consigliere comunale e vice sindaco. Ai figli Fortunato e Rosanna e alla moglie porgiasmo le più sentite condoglianze.
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