Che il Duca Amedeo d’Aosta e la consorte, la marchesa Silvia Paternò di Spedalotto, fossero dei "filopanti" s’era capito, ma ora diverranno panteschi a tutti gli effetti. Le loro Altezze Reali, infatti, con un’intervista in prima pagina su La Nazione del 19 febbraio scorso hanno annunciato che, dopo 50 anni, lasciano la Toscana e si trasferiscono definitivamente a Pantelleria. Oltre all’amore, anzi al colpo di fulmine, per l’Isola, il Duca ha motivato la scelta con la necessità di essere più presenti nella gestione dell’azienda agricola della moglie. Dopo aver venduto ai Ferragamo la splendida tenuta de Il Borro, vicino ad Arezzo, anche la villa di Castiglion Fibocchi è stata messa in vendita e i duchi d’Aosta hanno deciso di trasferirsi definitivamente sull’Isola. Amedeo di Savoia Aosta è l’unico figlio di Irene di Grecia e di Aimone di Savoia, quarto duca d’Aosta e re di Croazia dal 1941(con il nome di Tomislavo); lo zio era l’omonimo eroe dell’Amba Alagi, detto il "Duca di ferro" cui gli inglesi resero l’onore delle armi accettando la resa con cui l’Italia perse l’impero d’Etiopia. Amedeo di Savoia è nato pochi giorni dopo l’armistizio con gli Alleati; i tedeschi lo deportarono nel campo di concentramento di Hirschegg, vicino Innsbruck, insieme alla madre Irene di Grecia ed alle cugine Margherita e Maria Cristina, uniche figlie di suo zio Amedeo, terzo duca d’Aosta, e della duchessa Anna d’Orléans. Carmine Senise, anch’egli prigioniero nel campo di concentramento di Hirschegg, ricorda nel suo diario: « Giunsero a fine luglio le due duchesse d’Aosta: Anna di Francia con le giovanissime principesse Margherita e Maria Cristina, ed Irene di Grecia, con un amore di bimbo di otto mesi, il principino Amedeo. La brutalità tedesca non aveva avuto riguardi né per la tenera età del bambino, […] né per la nobiltà della personale condotta delle due duchesse, rimaste com’erano a Firenze solo per non abbandonare nell’ora del pericolo la popolazione fra la quale erano vissute. Senza umanità, senza rispetto per il rango, (i tedeschi) li avevano fatti prigionieri accomunandoli nel trattamento a qualsiasi altro internato. Il loro caso ci commosse, ne soffrimmo nel cuore e nei nostri sentimenti di italiani, ma la loro presenza nella tristezza del momento portò subito una nota di alta gentilezza e doveva essere poi, per i loro continui atti di bontà, come un raggio di sole » (Giulio Vignoli, Il Sovrano Sconosciuto, Tomislavo II Re di Croazia, Mursia, pagina 149.) Tornati dalla prigionia, dopo un breve soggiorno in Svizzera, la famiglia si trasferì in Toscana, a Firenze, dove è vissuta sino ad oggi. Il Duca d’Aosta pur corteggiato nel passato da molti partiti politici, ha sempre declinato ogni invito, ed ha sempre mantenuto una posizione super partes. E’ nota la questione dinastica che l’oppone al cugino Vittorio Emanuele su chi tra i due sia il legittimo pretendente al trono d’Italia (il cugino, secondo alcuni giuristi e secondo la Consulta del Regno, avrebbe perduto il diritto di succedere al padre Umberto II a seguito del matrimonio contratto senza il consenso del Sovrano con Marina Doria, priva di sangue blu). La questione è – da anni – dibattuta e forse irrisolvibile; di certo chi ha avuto il piacere di conoscere il duca e sua moglie non può negare la loro eleganza e la loro “regale” semplicità nel mettere a proprio agio chiunque incontrino non solo nel loro bel dammuso di contrada Grazia, ma anche solo per la strada. Certo le loro “Altezze Reali” (così, secondo il protocollo, ci si dovrebbe rivolgere loro) hanno scelto un brutto momento per trasferirsi a Pantelleria, dove vivranno i mille problemi di tutti i pateschi: dai trasporti alla Sanità, dall’economia in profonda crisi..alla scarsità di viveri degli ultimi giorni causata dal mancato arrivo della nave. L’impossibilità per il traghetto di attraccare nel porto, mi fa pensare che dopo più di 70 anni le cose non sono poi cambiate più di tanto: un “parente stretto” del duca, re Vittorio Emanuele III, tentò di attraccare con una nave militare…ma il maltempo gli impedì di scendere sull’Isola: sarebbe stato l’unico capo dello Stato a visitare Pantelleria. E proprio a sottolineare che ormai sono panteschi a tutti gli effetti, il duca Amedeo e la moglie hanno partecipato alla manifestazione di qualche giorno fa per il punto nascite, davanti all’Ospedale Nagar. In vista delle prossime elezioni amministrative…chissà se il duca non possa pensare a un impegno in prima persona: visto che la “Repubblica” fa molto poco per questo estremo lembo d’Italia….
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